…premessa: sono evidentemente ancora vivo
Dette per prime le cose più importanti, passiamo alle riflessioni su questo intervento Lungo, con annessa degenza lunga e decorso post operatorio lungo. È tutto lungo, o quasi, insomma. Quello che dovrebbe essere lungo invece non lo è.
Sono uscito dall’intervento, che tanto per non farsi mancar nulla si è rivelato più complicato del previsto e ha rivelato un secondo tumore che giocosamente si era nascosto dietro al primo, palesemente cotto, sanguinante e soprattutto dolorante.
“mi scusi, infermiera, potrei avere un analgesico?” – “guardi, al massimo le dò un tachidol, lei é un omone forte, vedrà che può sopportare”. Che è un po’ come una donna che vuole un uomo e al posto di Raul Bova le mando Alvaro Vitali dicendole “lei ha le tette grosse, vedrà che se lo farà piacere”.
Torno a casa e parlo con una amica del decorso, delle difficoltà che sto vivendo. Non mi sono ancora ripreso e c’è la possibilità che certe cose non tornino più come prima. Sono in ansia, anzi, in angoscia. “Eh, ma tanto sei forte, vedrai che superi anche questa”.
Parlo della mia angoscia con le persone che mi stanno vicine e… si incazzano. “Smettila. Devi essere forte”
lo sapete che vi dico? Io mi sono stancato di essere forte. Stancato di stringere i denti, di lottare per tutto e per tutti. Sono stanco di essere una roccia, stanco di non poter mai cedere, di non poter rallentare, di non potermi lasciare andare anche solo per un istante. Stanco di non poter provare a cadere sapendo di essere raccolto, nemmeno una volta per provare l’effetto che fa.
Questa non è più forza. È un lento catabolismo. La stanchezza di essere roccia che mi sgretola da dentro.
Stavo per scrivere “forza e coraggio”. Piuttosto, ti auguro che tutto vada per il meglio e che tu possa trovare il conforto che cerchi.
La prossima volta che qualcuno ti dice ” tanto tu sei forte”, mollagli un cazzotto e poi sogghigna trionfante con un bel “lo so”
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Non parlare. Leggi.
I negrita cantano “resta ribelle,non ti buttare via”.non smettere mai di lottare per te stesso!
Mi sento un po’ chiamata in causa, in maniera diretta e involontaria, visto il mio precedente commento. Posso solo dire di aver inteso il lato fisico, ovvero che l’operazione sarebbe andata bene e il tuo corpo ce l’avrebbe fatta, e così è stato e ne sono sollevata e contentissima. In effetti l’aspetto psicologico della cosa è tutt’altro che semplice e non basteranno di certo frasi come quelle che ti sei sentito dire, anzi, fanno pure peggio perché negano ottusamente che tu possa aver bisogno di una spalla, di un aiuto, di una scorciatoia o, semplicemente, di esternare sensazioni che più volte hai represso, come insicurezza, stanchezza, dubbi. La maglia nera va però all’amica che ti dice che supererai tutto come hai fatto altre volte…ma non le è passato nemmeno per l’anticamera del cervello di aiutarti davvero, standoti vicino, facendoti parlare, portandoti fuori per una passeggiata? O forse lo sta facendo?
Saluti, Neofanta
L’unica cosa a cui pensavo mentre leggevo le tue parole e’ che vorrei tanto abbracciarti e permetterti di essere fragile, almeno per un po’ ….. Ti sono vicina, cosi come tu sei virtualmente vicino a me da 3 anni. Spero tu possa sentire il mio abbraccio Chiara
Non devi neanche pensare a essere forte. Sei stanco, sei provato, che diavolo! Mica sei Superman! Stai tranquillo nella tua debolezza, stai protetto, riposati. Un bacio.
SA30A sai che ti dico, da Uomo a Uomo? Che non devi dimostrare un cazzo. Siamo semplicemente persone con i loro momenti belli (in cui ci sentiamo fori) e i loro momenti brutti (in cui ci sentiamo delle merde). Questo non vuol dire che al momento giusto non sappiamo essere forti coi forti, e deboli (in senso buono) con i deboli. E non il contrario, quello lo fanno gli ominicchi e certe femmine di mia conoscenza (che infatti sono state mandate dove meritano, ma ne parleremo un’altra volta).
Ti rinnovo (vivamente) il consiglio di leggere “The China study”:
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PS: a chi ti risponde “tanto sei forte” io risponderei: “OK grazie, HO CAPITO” (ho capito che NON HAI CAPITO UN CAZZO).
ehilà. Prima di tutto bentornato…
Come ti capisco. A forza di stringere i denti li ho consumati.
è che la gente è priva di fantasia.
e non gli piace l’idea che potrebbe pure succedere sul serio, che uno a un certo punto cede, crolla.
Poi uno… insomma…tu…
naa. Vedrai che Quello non crolla.
e giocano al risparmio energetico, continuano a non spezzare il pane e non dividere la minestra.
Ma sai che ti consiglio?
Ogni tanto liberati di questa responsabilità. Manda a fanculo qualcuno e fagli presente le cose come stanno.
Che tu non sei forte, semplicemente al loro egoismo fa più comodo pensare tu lo sia per evitare di doversi assumere il peso di curarsi di te.
che poi alla fine chi lo sa… forse la forza è giusto questo: la lucidità di riconoscerlo.
E allora si, purtroppo prenditela, questa è la tua croce.
sei più forte, perchè sei sempre stato più cosciente.
un abbraccio
non sarà che, in qualche modo, cerchi di soddisfare le loro aspettative prima delle tue?
E’ un buonissimo segno sentirsi deboli. E scoraggiati.
il nemico va combattuto e vinto. Quando credi di essere forte e imbattibile il corpo non combatte bene, il tuo cervello deve credere di poter essere vinto. Deve credere di poter perdere. Così combatte con più forza. Pensare di essere forti e imbattibili è il modo migliore per far vincere il nemico.
Il cervello che crede di essere debole combatte meglio di quello che crede di essere onnipotente. Avere paura e sentirsi deboli è un ottimo segno di imminente vittoria.
E poi se dopo l’operazione stai male tu.. se soffri tu… pensa la tua malattia come sta.. sta peggio di te. Vai tranquillo. Anche la paura è un’ottimo segno. La molta paura significa molta voglia da parte del cervello e del corpo di vivere. Più hanno voglia di vivere più sono forti.
ciao SA30A, leggo il tuo blog da tempo…tra risate, riflessioni e dubbi, sei sempre stato un piacevole e virtuale amico… ci sono state volte in cui ero d’accordo con te, altre in cui avrei voluto gridare al mondo quanto sia complicato capirsi… detto ciò,attendevo un tuo ritorno, sono contenta di rileggere estratti della tua persona… vorrei abbracciarti e parlare con te…. più vado avanti con gli anni e più mi accorgo di selezionare le persone che mi stanno accanto…risultato? sempre meno amici, ma sempre maggior consapevolezza….
non essere forte perchè gli altri ti vedono e ti hanno sempre visto tale… sii te stesso…e vedrai quanto cambierà…ci saranno persone,le quali dicono di “conoscerti cosi bene” che rimarranno stupite del tuo essere bisognoso o semplicemente stanco e si allontaneranno, in quanto non in grado di aiutarti…ma ci saranno altre speciali anime che non vedranno l’ora di darti appoggio e comprensione… io ti auguro di avere al fianco persone che ti vogliono bene, soprattutto per quello che sei… un bacione!!!!
ehi amico virtuale vedi di non fare il PATACCA…tieni duro e continua a scrivere che ti leggo sempre con entusiasmo.
Posso capire la tua stanchezza/ delusione ( sono un chirurgo) ma come diciamo sempre noi: CHI SI RITIRA DALLA LOTTO È UN GRAN FIGLIO DI NA’ MIGNOTTA!!!!!! :-))
Arrivo oggi per caso su questo blog. No un motivo c’è. Una delle mie più care amiche compie trent’anni a breve e le sto scrivendo i Trentigli, così cercavo ispirazione. Ti giuro che non ho cercato lemmi libidinosi o domande alla “Cioè”. Non commento mai (sembra la frase tipica di quelle che – chissà perchè – si vergognano di darla al primo incontro ma non è così) e lo faccio oggi perchè mi va. Da quello che leggo sei circondato da tanto amore (di tutti i tipi) quindi chiama un amico/a e chiedigli di portarti il film più trogloditico (non credo che esista) che gli viene in mente. Dopo? Nulla, non sarà cambiato nulla. Sarai ancora debole o forte a seconda del momento. Ma almeno l’amico/a non avrà avuto modo di dire nulla preso/a dalle risate che tu e lui/lei vi sarete fatti. E tu sarai libero per una oretta abbondante.
Kaffeine: bentrovato! Mi saresti servito, sai?
Selvaggia: dovrei comprarmi la TV apposta, ma l’idea non è affatto male
A tutti: grazie per le squisite parole
Ciao :), qualcuno un giorno mi ha detto che a volte il dolore bisogna guardarlo negli occhi e farci i conti, e per farlo bisogna essere soli e vulnerabili. Ogni dolore è un viaggio. Spero il tuo sia buono. F
Bentornato! Bello ritrovarti, e buon coraggio: osati debole!
È ciò che desideriamo tutti: mollare la presa ed abbandonarci abbraccio amorevole di qualcuno.