Pineta della mia città. Un sa30a è a correre con un’amica quasi coetanea, nell’eterna lotta tra Eros e Thanatos, Spirito e Materia, ma soprattutto Single e Tagliatelle Col Cinghiale.
Uno degli assiomi della corsa è “corri rilassato. Sei rilassato quando riesci a conversare”, e ossequioso alle regole di uno sport che non conosco ancora parlo. Parliamo. Delle nostre vite – ci conosciamo da un po’ – delle nostre storie. Di ex.
“poverina, quante gliene ho fatte” mi dice parlando di una sua ex.
Mi è salito il groppo al cuore, che quando stai cercando di correre non è precisamente il massimo della vita. E mi sono volati i pensieri.
Sono un giudice molto duro con me stesso. Il primo pensiero è stato rifarmi un esame di coscienza per chiedermi se ci sono persone nella mia vita a cui ho fatto sentimentalmente del male, o perlomeno, più male del necessario. Perchè le storie talvolta finiscono e in quel caso qualcuno che soffre c’è sempre, però c’è una sofferenza che è inevitabile e un’altra che può essere risparmiata.
Passato il necessario esame (ma mi riprometto di rifarlo con il cervello meno annebbiato dalla carenza d’ossigeno) mi sono scoperto a volare con la fantasia. Chissà se c’è qualcuno in giro per il mondo che pensando a me dice “oh, povero sa30a, quante gliene ho fatte”.
Mi sono sorpreso a pensare che le persone che potrebbero dire una cosa del genere in realtà sono quelle più incapaci di pensarla. E se fossi così anche io?
Esame da rifare. Accidenti a me, a Voltaire e alla logica.