Ricettine

Non lo faccio mai. Di postare quel che mangio, o quello che cucino, intendo. Ma qui m’è venuto un piccolo rigurgito di egocentrismo e vanità, visto che sono due ricette… mie. Mie come carattere, mie come risultato e scelta degli ingredienti, mie nella loro giustapposizione. Non ci incastrano nulla l’una con l’altra. Un po’ come il mio carattere e la mia passione più o meno smodata per gli ossimori.

Cous Cous a Sorpresa

Tempo: cinque minuti.

In realtà questa ricetta mi è venuta in mente quando, nell’ennesimo trasloco, mi è capitata davanti una confezione di spezie. Comprata a Roma, col sorriso sulle labbra e una bella persona accanto, “come un bambino in un negozio di giocattoli”. Kurkuma, peperoncino, curry, zenzero tagliati piuttosto grossi, non polverizzati. Accanto, un’altra confezione di sale aromatizzato a limone e menta. Anche li’, un altro sorriso. Due sorrisi che meritavano una tavola su cui stare.

Non ci vuole molto a fare il couscous, è semplice. Il gioco è trovare l’ingrediente giusto, o meglio, l’amore. Sta tutto li’. Sgranate il cous cous con l’olio buono di Volterra, quello che non usate quasi mai perchè ne è rimasto poco. Mettete a bollire un po’ d’acqua, 4 bicchieri bastano e avanzano per un paio d’etti di cous cous. Fatela bollire, spengetela, aggiungete una punta di sale (ma poco, eh?) e lasciateci il cous cous lavorato con l’olio.

Condite con poco, ma scelto con amore. Aglio bio, tagliato fine. Cetrioli a filiera corta, se li avete, tagliati a metà e poi in fettine sottili sottili. Pomodoro piccadilly, perchè fa meno sugo dei pomodori classici e non rischia di lavare via il sapore. Tonno al naturale scolato bene. Le spezie. Il sale al limone e alla menta.

Ne viene fuori un cous cous a sorpresa: profumatissimo, la menta vi accompagna ogni boccone alla bocca, e ogni boccone è una sorpresa: con le spezie tagliate grosse, chissà cosa vi risalterà alla bocca? il peperoncino, magari mano nella mano a un pomodoro che ne contrasta l’aggressività? il curry, dolciastro, che parla con il leggero acido del cetriolo? o quel retrogusto di limone di un granello di sale un po’ più ostinato degli altri, che magari assieme al tonno ha il suo bravo perchè? Accompagnate con un Muller Thurgau o se siete più audaci con un Gewurztraminer,  e avete fatto serata.

Coppetta della Lussuria

Tempo: 4-5 giorni.

Prendete delle pesche. Pesche vere, eh, quelle belle pelose, no le pesche noci. Sbucciatele con tanta calma e mettetele a macerare nel vino rosso che avrete comprato per l’occasione. Un bel vino di corpo come un Chianti o una cosa più aggraziata ed esile come un Teroldego? Lascio scegliere a voi, ovviamente. Non occorrono grandi bottiglie, una cosa dignitosa e che sia riconoscibile. Lasciate macerare le pesche per un paio di giorni nel vino zuccherato, con zucchero di canna o bianco, a seconda dei vostri gusti e preferenze. Per i viziosi, aggiungete una puntina di miele d’acacia. La bottiglia usatela TUTTA.

Dopo i due giorni, prendete le pesche ottenute e datele al gatto. O mangiatele, se proprio volete, male non sono.  Vi ho detto di usare la bottiglia intera? si? un po’ perchè odio gli avanzi. L’altro motivo è perchè adesso prenderete il vino aromatizzato e ci taglierete le fragole, a pezzi fini fini fini. Ve ne dimenticherete per un paio di giorni in frigo, finchè non diverranno traslucide.

Da mangiare in due, rigorosamente dalla zuppiera e con un cucchiaino a testa come Lilli e il Vagabondo, con la vostra commensale che battezza il dolce “coppetta della lussuria” con sguardo tendente all’estatico. Il consiglio del Single, purtuttavia, è di usare un cucchiaio solo. Per due. Basta e avanza.

Ecco, in queste ricette mi ci sono rivisto tanto. Un cous cous da cinque minuti e un dolce da cinque giorni, odori e sapori che si rincorrono e ora si accoppiano e ora litigano. La cura per il particolare, il piccolo, l’ingrediente, il come verrà consumato il piatto e non il come viene preparato. Mi perdonate questo momento da vanesio?