Chiariamoci: io, Devin Townsend, l’adoro. L’adoro per quella sua capacità di unire canzoni dolci e dischi orecchiabili come Terria a assalti sonori come gli Strapping Young Lad, roba che lasciano seduti metallari incalliti dalla ferocia che hanno addosso.
Lo adoro per la sua capacità di sperimentare e di rinnovarsi.
Soprattutto, però, lo adoro per il suo gusto per gli ossimori, una delle figure retoriche che mi stanno più care. Il trasporto di un messaggio attraverso una giustapposizione d’opposti è un processo mentale che mi affascina e mi appartiene in tanti campi della mia vita, dal pecorino col miele di castagno, alle fragole con l’aceto, fino a… beh, fatemi fermare prima che mi spinga un po’ troppo in là.
Qui Townsend s’è sprecato: heavy metal e gospel assieme, melodia unita ad una batteria furiosa e dalla precisione implacabile. Un testo assieme martellante e dolcissimo… e la sua voce, il suo volto, la sua mimica. Che un po’ mi somigliano, tra l’altro. Quando suono certe cose, perlomeno. O quando ne faccio altre
“We all fall down if we fear love”
Buona domenica!
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