Accade ciclicamente, nella vita. Momenti in cui ti trovi solo con le tue mani ad affrontare cose più grandi di te, episodi che mettono alla luce tutti i tuoi limiti.
Perché sai, intimamente, che non sei fatto per quelle cose. Che per quanto tu ti sforzi, sono gestualità che esulano dalla tua natura, non puoi proprio comprendere come sia possibile. Non puoi comprendere come altre persone trovino così facile, così… immediato compiere azioni che per te risultano inconcepibili, difficili, innaturali.
E allora subentra un caleidoscopio di sensazioni. Lo sconforto, la rabbia, il dolore. Quasi piangi, e ti lamenti contro un destino leopardianamente indifferente che ti lascia da solo ad affrontare certi spettri.
Poi ti svuoti, e insisti.
E continui ad insistere, perché sai che un’alternativa non c’è, e persistere non basta, tocca insistere. Sai che non sei così, sai che ti stai facendo violenza , ma ti lasci andare e metti un piede di fronte all’altro.
Insisti.
E vinci.
Io ti ho piegato ancora.
Fottuto lenzuolo con gli angoli di merda. Ti ho battuto ancora. E ora ti infilo in un armadio da cui non uscirai mai più con le mie mani, te lo prometto. Sono un uomo duepuntozero io, sono più forte di te e delle tue meschinerie.