L’Orchetto in Amore

Sera. Dopo un po’ di discorsi, di corteggiamento, di conoscenza, siamo a cena insieme. Tutto gira liscio, la conversazione è gradevole, le mani si sfiorano, gli occhi si incrociano, il locale ci mette del suo.

Scorre lieve il tempo, la conversazione si fa giocosa, le mani si cercano, gli occhi dardeggiano. Il locale inizia ad essere… di troppo.

“Senti, che ne dici se leviamo il disturbo e passeggiamo un poco assieme”?
“Ma dai, neanche il caffè mi fai prendere?”. Sorride. Ha capito.
“Va bene, via, il caffè lo prendiamo”.

ERRORE – ERRORE – ERRORE.

Errore perché come tutte le persone obese (o ex obese) soffro di questa, che nel mio caso ha un sintomo curioso. Tutte le persone che ce l’hanno si riempiono di aria, che poi possono espellere ruttando come tedeschi all’oktoberfest. I miei lettori più anziani si ricorderanno di come io abbia giocosamente messo in dubbio la mia virilità perchè sono incapace di ruttare: quindi non posso andare in bagno, fare tremare le pareti e poi uscire, no. Mi tocca sentire il mio stomaco che gorgoglia per delle mezz’ore, e il caffè è un elemento scatenante. Tra l’altro il fenomeno è assolutamente incontrollabile. Fa come vuole lui.

La conversazione si fa sussurrata. Beeuuuurk?

Le mani si afferrano. Beurgglglglglgluuuk.

Gli occhi si cercBEUUUUUUUUUURUURURURURUUUUUUUrrrrrruuuuuuRRRRK!

Ma insomma” – sbotta lei – “Cosa è questo rumore?”

“ehm… il richiamo dell’orchetto in amore?”

Ok. Questa non era  una appassionata di fantasy. La prossima? Magari senza caffè?

P.S. mi spiace, ma tra poco rimetterò il captcha ai commenti. Mi sono stancato di cancellare a mano 50 commenti di spam di improbabili individui che mi vogliono vendere viagra, scarpe gucci, borse prada e altre amenità improbabili…