Ci sono comportamenti che vengono definiti atavici, acquisiti quasi nel nostro DNA. Un pastore tedesco ha l’istinto alla guardia: è atavico. Un gattino la fa nella lettiera e la copre: è l’istinto atavico da predatore.
Gli esemplari maschi della specie homo sapiens sono atavicamente competitivi. Cercano la competizione, il confronto, fin da quando alle scuole elementari sbirciano nei vespasiani per capire chi ce l’ha più lungo, o quando si prendono a pedate giocando a pallone mentre le bambine giocano con i peluches di hello kitty o a far spostare i mobili della casa delle bambole a Big Jim mentre Barbie dirige i lavori.
Giocoforza, si cresce. Arriva l’età in cui non puoi più sbirciare i piselli al vespasiano, vuoi perchè ti sei stancato di perdere, vuoi perchè inizi a sentirti dare del finocchio dai compagni di classe e non apprezzi molto l’ostracismo che ne consegue. Allora cosa fai? sposti l’istinto predatorio, l’istinto di competizione, su altre cose. Se ti va di culo, usi i soldi dei tuoi genitori per competere con gli abiti firmati o i motorini truccati. Se ti va male, inizi a ragionare con le donne.
Facciamo un attimo di osservazione della realtà: quanti di voi hanno sentito dire ad una donna “guarda, era veramente un amore il mio ex… solo che sono stata una cretina, tra paturnie autoinventate, castità imposte per ripicca e rompimenti di gonadi vari l’ho fatto scappare“? Tutti con le mani sul grembo, eh? bravi. Normale amministrazione; non me ne stupisco.
All’atto pratico, all’inizio di una storia, vi sentirete raccontare peste e corna dell’eventuale ex. Dal “non mi dava attenzioni” fino al “mi picchiava“, passando per tutte le gradazioni intermedie di crudeltà gratuite (si, fateci caso: sono tutte gratuite) perpetrate dall’ex alla gentil pulzella.
Li’, in assenza di vespasiano, scatta l’istinto di competizione del maschio del terzo millennio: la Sindrome del Principe Azzurro. “Si, io sono più Principe Azzurro di lui!” ci si ripete convinti, magari per controbilanciare il fatto che al vespasiano ci avrebbe suonato come zampogne. E da li’ parte un crescendo di errori, altrimenti noto come il “dare il 120%“, quel madornale errore che ci porta a sovraimpegnarci, a coprirle di attenzioni, a rimediare a tutti gli errori dei suoi ex passati presenti e futuri, a dispendere preziose energie che servirebbero per ricaricarci.
Ignoriamo, tapini, che in quel momento siamo dei Big Jim che spostano mobili nella casa delle bambole, ad una Barbie a cui non andrà mai bene qualsiasi arredamento, fino a che ci stancheremo e non saremo più al 120%. E lei, al prossimo, dirà “Non mi dava attenzioni, non mi cercava, era distante, non vedi come ci sta male quel divano accostato a quel muro? pensa, lui si rifiutava sempre di spostarlo!”
Meditate gente, meditate.
Se è carina se la tira e leggi sopra, se è brutta ti soffoca. Ps: sono tutte puttane, nel senso che se la brutta troverà uno migliore di te (dello 0.0001%) ti pianterà pure lei.Il resto è dialettica hegeliana, ma sterile mio caro…Tesi, antitesi e sintesi, loro, non lo capiranno mai.
Post a dir poco spettacolare che riassume esattamente anche quel che è successo con la mia ultima ex. Mi sono permesso di condividerlo su FB spacciandolo come Verità Rivelata, se la cosa non ti spiace…
Cmq, un appunto: la “Sindrome da Principe Azzurro” (o meglio, una sua variante più subdola) può manifestarsi anche prima dell’inizio di una nuova storia e soprattutto in presenza di terze persone che mirano tutte a ciò che stai mirando tu. Ma qui il discorso mi sa che meriterebbe un post a parte… ^^;
Zobo, siamo tutti puttane. Anche noi maschietti
homodormiens, grazie per la condivisione, mi fa molto piacere. La variante subdola è a mio avviso trattabile partendo dal Teorema S. della Maturità Differenziata, al quale ti rimando
http://www.singleatrentanni.com/2011/04/le-donne-delle-favole/#comments
Scusa Single ma qui ho il dente avvelenato, ma anche tutta l’arcata.
Massimo rispetto per l’innata componente competitiva degli uomini, ma un briciolo di considerazione per quelle donne che si innamorano di un uomo che non è sincero al 100% e che “falsa” il suo normale carattere e atteggiamento per fare colpo. Che poi la si voglia chiamare “sindrome da principe azzurro” o “sindrome da venditore sprinter di se stesso taroccato in meglio” (quel qualcos’altro cui accennavo nel vecchio commento) cambia poco in effetti.
E dire che sto post meriterebbe commenti solo per il suo simpaticissimo, brillante e toscanissimo stile.
Saluti, Neofanta
Pensa che proprio per questo ho “discusso” l’altro giorno su FB.
Mi sono permessa di sostenere che -spesso- l’uomo si gioca il tutto e per tutto (cioè il 120°) all’inizio, beccandosi poi accuse come “Non mi dai le stesse attenzioni di prima, sei più distaccato…” e noi non riusciamo ad accettarlo (e, va ammesso, è spesso il motivo delle eventuali corna piazzate al partner…).
Perchè a noi hanno insegnato che il Principe Azzurro NON SOLO ti salva dal drago in sella al suo bianco destriero, ma poi ti fa vivere PER SEMPRE FELICE E CONTENTA.
‘Stica. Ti pare poco?
Nessuna favola parla del principe che poi si mette a giocare alla PS3 o che va allo stadio. Nè dei mal di testa di Cenerentola.
Come osservano Neofanta e Frency, noi donne in fondo ci caschiamo, spesso, e crediamo in questo principe azzurro. Il risveglio può essere estremamente doloroso, se hai investito tutto…
Poi ci sono quelle che dagli uomini pretendono tutto, ne conosco tante, e quando lui dice una cosa del tipo “Eh no, le palle non me le taglio solo perchè così starei meglio con quei jeans” (suppergiù) si mettono a piangere sconsolate perchè lui non le ama più.
Bah.
Non sono proprio proprio d’accordo.
In generale, credo che dare il 120% sia un errore madornale che fanno sia gli uomini, che le donne.
Io lo faccio sempre, più puntuale delle tasse e della morte, e puntualmente la prendo allegramente nel deretano.
Eh si, poveri principi azzurri..poveri big jim affaticati dagli inutili traslochi mobiliari, poveri martiri del riscatto sociale maschile che per tenere alto l’onor di genere si sforzano di redimere i peccati dei loro predecessori.
Poveri bambini segnati a vita dalla competione fallimentare col compagno di cesso dal pisello più grosso, con quello di banco dallo zaino più bello, con quello di viaggio che rimorchia di più, con quello di lavoro che guadagna meglio.
Povere icone affrante di quell’ingiustizia naturale e astorica che colpisce indifferentemente tutti i malcapitati della specie virile, la celeberrima “COMPETIZIONE ATAVICA”.
Deve essere davvero durissima resistere a queste bastonate recidivanti da parte di tutte quelle stronze che, senza comprendere la complessità dell’impegno cosmico profuso per dare più del dovuto alla gentil pulzella riuscita a muovere coi suoi lamenti le vostre sensibili corde, vi abbandonano poi in preda a deliri di delusioni inevitabili e fondamentalmente immotivate.
Ancora una volta, la parte più importante del post mi sembra si annidi in quello che non viene detto.
Perchè se tutta l’attenzione si concentra sull’assurdo e inutile tentativo del maschio di superare il suo alter ego per ottenere l’approvazione femminile, non viene spesa una parola per difendere il suddetto universo femminile da questa continua accusa di volubilità e autoreferenzialità di base…
Perchè c’è come questo indizio strisciante, no? -Lo vedete anche voi?- : Il maschio ha bisogno di dimostrare che vale di più perchè LA DONNA fa intendere che LEI VUOLE di più, e lui si sforza PER LEI fino allo stremo, e lei, pur tuttavia, alla fine ha ancora bisogno di qualcosa di più…
Ora, qualcosa non mi torna: Se la competitività è un problema personale (atavico, si suggerisce, del maschio), Se egli sente di volersi spremere come un limone perchè ha bisogno di dimostrare A SE STESSO che lui sa essere meglio di… allora cosa c’entra quel che la donna chiede? quello di cui lei ha bisogno?
Se pure avesse bisogno di una banale scopata ci sarebbero due uomini disposti a venire alle armi pur di dimostrare di poterlo fare meglio, competerebbero non per bisogno della tenerella, appunto, ma per LORO, ATAVICA, TENDENZA.
Se voi avete deciso di adottare un modello di vita che vi estenua, perchè poi pretendete di essere capiti e supportati da chi vi sta di fronte?
Che cosa dovrebbe fare la ragazza, comprendere l’immensità della fatica che vi siete autoimposti di sopportare?
Ma come, non è proprio questo tipo di ragionamento perverso la cosa per cui il gentil sesso viene redarguito di frequente? “non puoi pretendere che io ti segua in una cosa che è una tua paranoia!”
Ecco.
Non lo pretendete.
Non vi imparanoiate nemmeno.
Che ci crediate o meno quasi nessuna si aspetta il principe azzurro.
Quasi tutte, invece, sarebbero estremamente contente di avere accanto qualcuno che non si impegni nè per atavico istinto nè per competizione col resto dell’universo mondo, ma, molto più semplicemente, perchè ti vuole bene.
Peccato, eh?
Da una prospettiva così semplice si fatica parecchio a capire perchè mai, allora, impegnarsi dovrebbe diventare un peso, un lavoro, e fare di più una zavorra logorante.
Da questa prospettiva semplice impegnarsi sarebbe come andare a scuola senza viverla come un “che palle, già sto cinque ore in classe e ancora non basta?!?!”, ma piuttosto come un: “che figo, ci sono ancora un mucchio di cose da studiare e imparare!”.
Prospettive, appunto.
Utopie?
Mabh, mi sa che ho toccato un nervo scoperto, perchè oltre alla reazione pesantemente ironica, sei cascata paro paro nella buca.
“avere accanto qualcuno che si impegni […] perchè ci vuole bene”.
perchè, se non si impegna a seguirvi nelle paranoie allora non vi vuole più bene? o semplicemente si sta rendendo conto che le cose importanti nella vita di coppia sono ben altre che non spostare continuamente mobili (è una metafora, eh?) e vuole rimettere le cose su un binario più corretto?
Quello che ti ha punto sul vivo, probabilmente, è che io descrivo tutto questo come una leva psicologica che viene usata più o meno consapevolmente da un certo genere di donna; il fatto che tu mi sia saltata come se ti fossi seduta su un cuscino di spilli, probabilmente, dovrebbe farti riflettere invece che diventare caustica.
Con affetto, eh?
Purtroppo, qualunque risposta io mi dedichi a darti ti fa pensare che io la stia dando come se mi sentissi particolarmente punta sul vivo…
Purtroppo, non è la prima volta che ti fai – errando- questa idea, nè la prima volta che ti faccio notare che, stella mia, mi fraintendi di TONO, perchè quando parlo non lo faccio con quell’intento da soda caustica che tu mi attribuisci direi SEMPRE.
Purtroppo, inizio a pensare che basta il fatto che io risponda per farti cavalcare verso la tua non meglio motivata deriva dei “sei cascata paro paro nella buca” o dei “mi sei saltata come se ti fossi seduta su un cuscino di spilli”… e dunque alla fin fine diventi un pò sterile persino replicare, servendo solo da spunto per questo guizzo inebriante del poter replicare a tua volta…
Tuttavia, e forse chissà, purtroppo anche qui, a me di stare a pungerci sul vivo non me ne può fregare di meno…
Ti invito a rileggere il mio commento, fare attenzione ad un “NON” che hai scivolosamente saltato, e considerare l’evenienza che il tuo modo di invertire certi ragionamenti pretendendo di poter applicare alla logica usata la proprietà commutativa è, molto semplicemente, inopportuno.
Dire che si desidera che SE qualcuno decide di IMPEGNARSI in qualcosa (spostare mobili, o qualunque altra cosa sia) lo faccia NON per atavico senso del dovere/istinto/competizione/ etc etc., MA semplicemente perchè GLI VA di impegnarsi in quella cosa per AFFETTO, infatti, non corrisponde AFFATTO a dire che se qualcuno decide di NON impegnarsi in quella cosa NON prova affetto.
Tradurre l’una frase nell’altra è mescolare pere e mele, e farlo pure parecchio grossolanamente.
Accusare me di aver detto una cosa che non ho detto, e aggiungere commenti impropri su come per altro questa cosa (che non ho detto) dovrebbe essere sintomatica di un mio presunto “sentirmi punta sul vivo”…beh, questo non è nemmeno grossolano, è ARBITRARIO.
Se io rientri o meno nel certo genere di donna a cui fai riferimento, questo non so dirlo con certezza, forse neanche potrei, vista la tendenziale poca oggettività con cui ognuno valuta se stesso,e dunque provvederò, come tu mi consigli, a rifletterci, non ci rifletterò, però “xchè sono saltata come se fossi seduta su un cuscino di spilli”, nè ci rifletterò “anzichè diventare caustica”.
Ci rifletterò perchè credo valga la pena di farsi una domanda in più anzichè una in meno, a prescindere da chi ci stia chiedendo di farlo, e dal se questo mi metta più avanti o più indietro nella corsa globale al “miglior esemplare femminile” dell’anno…
Perchè, a me, spostare i mobili, piace.
Avrei potuto scommettere l’atto di proprietà di casa mia che avresti risposto “non hai capito”
Allora scommettilo.
Fosse mai che tu non abbia capito veramente, eh ?
Che poi io non abbia nemmeno mai detto questo non lo puntualizziamo neanche, va…
ci dispiacerebbe dover ammettere che non è che tu non capisca -cosa che non sarebbe nemmeno così significativa-, ma che – ed è assai più preoccupante- tu non sia minimamente interessato a farlo.
é che le cose fa più comodo rileggerle, piegate e distorte sono molto più funzionali ai propri discorsi, ai propri “come volevasi dimostrare”, le proprie dichiarazioni di principio.
piegate e distorte sono più semplici, più digeribili, le cose.
peccato che non siano quelle, le cose.
Credo che questa sindrome, Sa30a, sia caratteristica propria anche di alcuni esemplari femminili, chiamasi Sindrome della principessa, no?
Se così non fosse, io su di me c’avrei capito poco davvero!! 😉
(parlo da ex principessa con tale sindrome)
Mabh, ma tu un blog…no eh?
dipassaggio, la versione femminile è un po’ diversa, e si chiama “Sindrome della Crocerossina”.
Ci sono delle differenze: ad esempio la sindrome da principe azzurro non presenta sintomatologia evidente a meno di presenza di agenti patogeni esterni (es. una donna che ci fa leva sopra) mentre la sindrome della crocerossina è una malattia autoimmune.
Su, non fatemi scrivere l’Harrison della singletudine moderna
A me di solito capita, quando racconto i miei precedenti, che l’uomo di turno si scandalizza, si indigna, presente quelle frasi tipo:”Ma che razza di babbei (non dicono proprio babbei) hai trovato finora?” salvo poi fare esattamente la stessa cose…poi non lo so. Non so se il complesso dei principi o delle crocerossine sia una cosa negativa o positiva, so che a una certa età cominciamo a diventare amari e il sarcasmo ci esce brillante e feroce…Sa leggi mai i post di Guy su style? secondo me è la versione glamour di te…
Post troppo complesso… ma vorrei solo commentare @Zobo, e in particolare al suo frustratissimo:
“sono tutte puttane, nel senso che se la brutta troverà uno migliore di te (dello 0.0001%) ti pianterà pure lei.”
Bè… MA OVVIO! Non è una questione di puttanismo: quando ci si innamora di qualcun altro che si dovrebbe fare? Tenere una chiappa di quà e una di là? O forse soffrire in silenzio rimanendo con qualcuno che non si ama più? Oltretutto, e per fortuna, ci sono persone intelligenti in grado di voltare pagina e ricominciare, e sono uomini e sono donne.
@Brown Princess: anche se sei donna (e già questo è un punto a tuo sfavore… =P), sei davvero convinta che le tue “omologhe” single magari da qualche tempo, raggiunti (o superati) i trent’anni, stiano lì a badare se sono innamorate prima di mettersi con qualcuno? Con l’orologio biologico che corre, la paura di non riuscire a trovare nessuno rimanendo perciò sole e il principio (totalmente vostro) che la controparte maschile deve essere per forza (molto) benestante e avere il titolone di studio altisonante?
I casi sono due: o sono talmente sfigato io che ho conosciuto/conosco solo quella tipologia di ragazze (incluse anche le normali amiche, eh, e aggiungo pure diverse ventenni!) oppure tu sei decisamente troppo idealista e sognatrice…
Aggiungo una cosa, tanto per gradire: questo che segue è lo status postato da una mia amica su FB qualche giorno fa, la quale ha tentato di farlo passare come aspetto positivo:
“Single o fidanzate che siano,alle donne piace piacere a TUTTI ed essere corteggiate..e fanno di tutto per piacere…ILLUDONO,ILLUDONO SPUDORATAMENTE..”
Quando le ho fatto notare che ciò che ha scritto può essere sintetizzato con quanto scritto da Zobo nel primo commento (in verità sono stato ancora più sintentico…) si è decisamente alterata. Chissà perchè…
@ homodormiens: evidentemente, il nick non inganna. Ti confermo che i casi sono due, ma nel tuo specifico vale l’ipotesi sub 1. Sei sfigato. Aggiungo, tanto perchè magari struggersi per la propria sfiga non aiuta, che forse potresti valutare una serie di concause possibili:
a) cerchi nei posti sbagliati
b) cerchi tipi di donna sbagliati
c) sei pigro e indiscreto e pensi che spiattellare le cause della tua separazione su facebook possa essere di una qualche utilità, quando invece potrebbe essere molto più utile farti un piantarello solitario rannicchiato sul letto, ucciderti di libri/film/pensieri circolari, e poi iniziare la sana terapia del POST: alzarti, lavarti, vestirti, uscire di casa. e così via per forza di inerzia finchè la quotidianità ti cura.
d)sei pigro e noioso e preferisci stare a lamentarti di come ti sono andate male le cose con la tua stronza sul blog di uno che – a sua detta- è probabilmente più sfigato di te, piuttosto che sfoderare il migliore dei tuoi sorrisi e metterti in viaggio verso il nuovo.
…dico così eh… solo per lanciare qualche spunto. Ovviamente può anche darsi che sia solo questione di sfiga letale, ma in questo caso ti consiglio comunque di iniziare a sviluppare un sano e salvifico senso dell’ironia, perchè la sfiga è imbattibile, non c’è competizione.
Auguri.
@ Brownprincess: “non ti curar di lor, ma guarda e passa.” 😉
@mabh: può essere il caso 1, ma:
a) se conosci qualche luogo diverso da Università (va beh, oramai lì ho già dato da ‘mo e non ci torno più), locali e pub assortiti (no discoteche, lì mi rifiuto di entrare!), corsi di qualsivoglia sorte (vedi quelli di fotografia), l’attaccar bottone alla fermata del bus/in stazione/ovunque capiti, manifestazioni e simili nonchè lo stesso internet (anche se non utilizzo più questo mezzo da una decina d’anni circa) indicameli pure. Io non so più dove cercare, in giro c’è una totale desolazione. E tutte quelle che non sono desolanti sono ovviamente già stra-impegnate, se non addirittura sposate o già con prole.
b) in verità sono di manica abbastanza larga a tale proposito e non ho particolari esigenze (beninteso che alcuni paletti vanno messi). Vorrei solo non beccare delle psicotiche/paranoiche/complessate, che purtroppo si manifestano tali solo a scoppio ritardato (visto che si diceva che quando noi uomini diamo il 120% siamo in realtà falsi, mi pare che questo sia grossomodo l’equivalente femminile).
c) su FB l’unica cosa che spiattello sono le news riguardanti il Motomondiale, cose di lavoro o qualche cosa preso da YT se proprio ne vale la pena
I miei contatti su FB sono pochi e sono tutti amici di vecchi(ssim)a data e compaesani: diciamo che lo uso, più che altro, per i messaggi al posto delle email e poco altro. Non credo di essere più indiscreto della media delle persone, anzi mi sono “blindato” in maniera abbastanza consistente.
Sul post, ha la sua utilità, ma se sei uno che per natura se le lega al dito questa non è una cura, al massimo un lenitivo…
d) sul noioso non saprei: ho sempre cercato di avere abbastanza interessi e di adattarmi a quelli altrui, se questi mi incuriosivano. Non credo di essere vuoto, ecco, forse poco comunicativo per indole. Non sto a lamentarmi su un blog di come mi è andata con l’ultima ex (ho solo detto che la situazione descritta da sa30a è assolutamente identica a quanto capitato a me), il discorso che facevo a Brown Princess era tutto basato sulle teorie IMHO “bislacche” che ho sentito con le mie orecchie di diverse mie amiche (NON ex!) e su ciò che ho visto accadere ai miei amici nel corso degli anni. Purtroppo è quel che vedo ed è la realtà che mi circonda. Io vorrei essere ironico e qualche volta mi riesce pure, solo che le mie battute, quando riescono, sono parecchio taglienti: inoltre la mia fortissima componente misogina non aiuta certo a rendermi più gentile…
Sul pigro però posso darti ragione, ma solo perchè non mi sono mai dannato l’anima per trovare una ragazza. Se viene bene, altrimenti amen. Certo però che se a una ragazza dico che, pur non essendo innamorato di lei e non avendo mire di altro tipo, le sono affezionato e che mi piacerebbe frequentarla un po’ di più perchè mi ci trovo bene e questa per tutta risposta sparisce dalla circolazione non è che la cosa mi aiuta ad avere più fiducia in voi donne. Anzi…
PS: solo per informazione, non uso abitualmente questo nick. E’ un nick di scorta che uso quando voglio scrivere in libertà e non essere indicizzato da Google col mio nick “storico”. E no, in realtà io dormo pochissimo, ahimè… ^^;;
@ homodormiens:
a)Beh, non saprei, hai provato con le cassiere del supermercato?! 😛 gioco… non so, è che guardarmi intorno mi sembra che di donne tranquille ce ne siano più d’una. Certo sentono i 30 anni, la pressione del tempo e i rischi da disturbi fetali che dopo una certa età si impennano come guglie… vanno biasimate, per questo? è poi così assurdo desiderare vivere insieme, progettare qualcosa, avere dei bambini? non che ci sia niente di sbagliato nel volere cose di verse ma… è poi così sbagliato cambiare prospettiva con il tempo, e forse rompersi un pò le palle di fare sempre la stessa vita dei vent’anni?
b)Sento il dovere di dirti che, purtroppo, devo ancora trovare un solo uomo secondo il quale il 90% delle donne non siano paranoiche/complessate/psicopatiche…a questo punto – e dopo infiniti MEA CULPA, MEA CUlPA, da cui il celeberrimo clichè della donna distrutta d’amore che nonostante i buoni propositi da “non diventerò il tuo zerbino” finisce a cambiargli pure il piatto quando mangia e se lui la lascia è tutto un “come lui nessuno mai”- forse potremmo anche iniziare a domandarci se non sia tanto il genere femminile ad avere un problema di sostanza (che ce n’ha, ce n’ha… ma direi pure che ci prova, a lavorarci su), ma il “genere maschile” ad avere un “problema di sguardo”… Proprio no,eh, Proprio mai?
c & d) Quando parlavo di terapia del POST, lo intendevo nel senso latino… come terapia del DOPO, e non nel senso di terapia del blog. Sulla controproducente utilità dei POST in questo loro ultimo senso non mi dilungo. Ce ne sarebbe da scrivere anche troppo. Sintetizziamo con un “concordo che non costituiscano una cura”, anzi.
per il resto, per me parli arabo, ma lo dice una che FB non ce l’ha perchè lo trova una cazzata – che onestamente proprio non mi manca- e che per questo viene guardata come una specie di quei residui bellici del ’14. Vabbè. Tutto nun se pò avè.
In limine: Vai col tagliente, baby. Misoginia a parte però, che oltre che inutile e prima ancora banale, mi sembra davvero un pò facilone chiamare in causa le carenze di genere come risposta a vuoti di comunicazione e relazione.
Se io e te abbiamo un problema non lo risolveremo facendone uno scontro tra universo maschile e femminile, ma trattandolo come un problema tra ME e TE. A forza di sentirci icone sessuali gravate dall’onere di coprire il ruolo di degni rappresentanti del nostro gruppo di riferimento mi sembra che stiamo perdendo di vista che questa è una causale, non una scusante.
Vuoi perdere la fiducia nelle donne perchè una (o dieci, o 100) si sono comportate come maniache psicolabili? hai la strada spianata. Ma onestamente non credo che sia proprio una gran soluzione.
p.s. Tra parentesi: Siamo in tanti, ad essere sfigati. pure da sto lato.
PEr quantpo riguarda il non dannarsi l’anima per una ricerca, lo capisco eccome, ma ti rispondo quello che diceva mia nonna: Le noci, per mangiarle, ci va tolto il guscio.
carissimo,
mi sembra che tu goda nel piangerti addosso, nel voler interpretare necessariamente il mondo femminile come il bacino di ogni male e di ogni bassezza.
Io credo che tu debba seriamente valutare il tuo approccio relazionale all’interno della coppia. Se sei solo un motivo c’è, stanne certo.
Leggo spesso questo blog e mi dispiace molto per l’amarezza con cui scrivi, mascherata da facile ironia.
Hai mai utilizzato la sagacia di cui sei dotato per cercare di far riflettere le donne con cui hai avuto a che fare su questi loro comportamenti?
Perchè invece di “analizzare” e “descrivere” la situazione in modo così distaccato non ti sei seduto davanti alla persona con cui avevi una relazione spiegando quali suoi comportamenti non gradivi?
Io l’ho fatto e a volte ha funzionato.
Aggiungo che apprezzerei molto un uomo in grado di farmi riflettere su alcuni miei comportamenti sbagliati, magari facendo insieme un’analisi psicologica dei motivi che mi spingono a comportarmi così..
mah, io veramente lo dico: il mio ex era una splendida persona in primo luogo, secondo un bravo ragazzo innamorato di me e di noi. non era perfetto, aveva i suoi buchi, le sue difficoltà, le sue bassezze. Io ero molto piccola, molto confusa, molto bisognosa e l’ho lasciato male. Non rimpiango di averlo lasciato (era purtroppo la cosa giusta, io credo per entrambi), ma di essermi calata in un ruolo che avrei tanto voluto fosse il mio, ma che non lo era. Senza rendermene conto, lo mortificavo e lo svilivo, per poi rinfacciargli di non essere abbastanza assertivo. A mia discolpa posso dire che lui questa dinamica madre-bambino almeno per una certa parte della storia la incoraggiava e la richiedeva. E che avevo diciotto anni, e che quando ho capito queste cose gli ho chiesto scusa. per dire.
@Mabh:
a) con le cassiere del supermercato o dei Mediaworld ci provo spudoratamente ogni volta, se è per questo =P
Il discorso comunque era: quante di voi che avete trovato un uomo dopo i trent’anni siete veramente innamorate e quante di voi lo fanno per mero “opportunismo”? Se devo basarmi sui campioni che ho a disposizione, la seconda categoria stravince nei confronti della prima. A vent’anni è logico che si fa vita diversa, ma la questione non è affatto quella. Che cambi il fidanzato come se nulla fosse o faccia delle sciocchezze una che ha 18-20 anni è comprensibilissimo, data l’età e il fatto che magari si cercano cose diverse (e qui rispondo indirettamente a CuoreBlu), ben più grave è quando una (ultra)trentenne a farlo, solo perchè magari la controparte ha il conto in banca più grosso. Il conto in banca, eh, perchè per il resto c’è ovviamente l’amante. In altri casi prima fanno tanto le innamorate e poi, una volta figliato, ecco che il partner diventa di troppo perchè tanto lo scopo è già stato raggiunto e buonanotte al secchio.
b) C’è paranoia e paranoia. C’è la paranoia “sopportabile” che si manifesta quasi come una velata richiesta di farvi un po’ di coccole (e fino a qui mi sta benissimo, su questo si può e si deve giocarci un po’ su) e c’è la paranoia seria, quella che denota una profondissima insicurezza di fondo che, per quanto noi ci si metta d’impegno nel dirvi che sono tutte cazzate inutili partorite dalla vostra testa, non c’è verso di farvele passare. Da qui poi scattano le scenate sul presunto fatto che non vi amiamo più e che stiamo con voi solo per andare a letto, il fatto che non vi vada mai bene niente, che bisogna pesare le parole col bilancino di precisione e guai a farvi anche una semplice battuta altrimenti vi incazzate come bisce, non parlate più e via discorrendo. Sul fatto che ci lavoriate su ho i miei seri dubbi: per carità, le eccezioni non mancano mai, ma sono pur sempre eccezioni.
Qui comunque posso dire che finora sono stato sfigato io, ma cercando di “studiare” un po’ coloro che magari mi interessano non vedo certo cose migliori di quelle che mi sono dovuto sorbire io fino a qualche tempo fa…
c&d) intendevamo entrambi la stessa cosa, non c’entrano niente blog, FB e Rete in generale (che caspita, un po’ di latino l’ho fatto pure io al Liceo, mica mi sono rincretinito di botto! =P).
Quel che volevo dire era questo: ok, uscire, fare cose magari diverse dal solito e tenersi impegnati è sicuramente un’ottimo modo per non pensare a cose passate. Ma se, come me, si fa molta fatica a digerire le fregature, questo non è un rimedio definitivo, ma solo un lenitivo come stavo appunto dicendo.
Se devo usare il PC per la fase del post, sta’ pur tranquilla che non lo uso per scrivere su un blog o su FB (cioè, potrei anche farlo, ma non su queste cose): ci sono cose molto più divertenti che posso fare e a cui dare libero sfogo in tal senso…
Problemi di comunicazione (o meglio, di gestione delle fasi “difficili”) con l’altro sesso ne ho sempre avuti e non faccio fatica ad ammetterlo, ma credo di avere sempre avuto l’accortezza di dirlo in anticipo così da mettere in guardia la malcapitata di turno. Paraculo? Certo che sì, ma se poi questa non ascolta, non collabora, inizia ad attaccare sul personale e non aiuta a migliorare le cose (se magari parlaste e non vi esprimeste a monosillabi fareste cosa ben gradita: i sottointesi con noi NON funzionano e non abbiamo ancora imparato a leggervi nella mente) non so veramente che altro fare. Poi uno si stufa pure e inizia a rispondere a tono, passando poi per il bruto della situazione. E si ritorna, così, alla prima riga di quanto ha scritto Sa30a, in un bel loop infinito…
Detto ciò, lascio proprio a Sa30a il compito di tenerti testa nei prossimi articoli: credo sia decisamente più bravo di me in questo genere di cose…
@homodormiens: Io credo di no.
Anzi, tu mi sembri decisamente più attento, corrispondente, e dinamico. Lui è una dinamica ciclica. PErò adesso devo uscire, e non ho tempo di scrivere di più. Farò.
@ homodormiens: Seconda puntata:
a) quante di LORO che hanno superato i 30 anni sono veramente innamorate o lo fanno per opportunismo, non lo so.
Io di anni ne ho appena compiuti 25 e dunque non so se con i 30 ogni prospettiva amorosa sia sostituita dal calcolo del conto in banca.
Penso però questo: credo che con l’età, uomini e donne, probabilmente inizino ad “abbassare” un pò il tiro. E dico ABBASSARE, perchè cercarsi un uomo con un conto anzichè un uomo che si AMI non è un puntare in alto, ma un rinunciare ad una prerogativa a cui dovremmo poter avere tutti diritto, ma che purtroppo spesso la sorte non a tutti concede.
Se la cosa sia bella? probabilmete no.
Altrettanto probabilmente però è umano che le proprie aspettative man mano si plasmino su una visione più pragmatica, e forse meno romantica, dell’esistenza e dei rapporti di coppia. All’uomo succede meno? può darsi. Ma d’altra parte credo che l’uomo possa permettersi – per cultura, per storia, e, perchè no, per biologia- di non dover pensare a raggiungere certe “tappe” entro certe età. La mia poca esperienza, tuttavia, mi fa pensare che non per questo si possa ritenere “esente” dall’operare di un meccanismo similare… che scatta, solo più tardi, o su altri versanti (vedi il lavoro…).
Mi piacerebbe ci fosse un pò più di voglia di comprendere, da parte vostra, quell’ “ansia” che probabilmente non condividete, per il tempo, per le “cose da fare”, e, da parte nostra, quella “calma” che probabilmente non riusciamo a capire, che riuscite conservare anche di fronte alle urgenze.
Mi permetto di dire, però – e a margine- che credo che “il genere maschile” (generalizzazione permettendo), sia in qualche modo “vittima” di questo privilegio, storico e sessuale, per cui può permettersi una certa “spensieratezza” perchè poi c’è qualche donna – dietro, accanto? – che comunque vada lo aiuterà a risolvere i problemi, innamorarsi fino a farsi tappetino quando lui le dice “io però sono un tipo difficile”, sostenere le sue crisi di mezza età, stirargli i vestiti, prendersi cura dei figli.
E forse non a caso siamo in un’epoca critica, da questo punto di vista… stiamo iniziando a stancarci di questa forbice, per cui da un lato non andiamo bene se ci facciamo troppo gli affari vostri, dall’altro non andiamo bene se ci facciamo i nostri, e così vivere diventa un pò una trappola, no? e come in tutte le cose il pericolo delle trappole fa si che si smetta di fare le passeggiate, o perlomeno di farle col sorriso.
b) in qualche modo a questo ho già risposto, perciò rimando supra.
Postilla: Se le donne che ci lavorano sono eccezioni, posso assicurare che gli uomini che apprezzano tale lavoro, sono altrettante eccezioni. Perchè il lavoro di una donna non è solitario e personale, tende a coinvolgere l’altro, con le domande, con il cercare insieme le risposte, il dibattito, il confronto, e l’uomo, diciamola tutta, non è propriamente un asso, in questo.
Gli piacerebbe funzionasse il sistema lezione frontale: Io te lo dico, tu poi vai a casa e ripassa. Il che, per una donna, è quanto di più deludente al mondo.
Che poi la tua ultima risposta docet, no?
com’era? : “Detto ciò lascio proprio a Sa30a il compito di tenerti testa nei prossimi articoli, credo sia decisamente più bravo di me in questo genere di cose…:)”.
Lo traduco io nel sempreverde: “detto ciò, io me so rotto le palle de parlà de sta cosa”, oppure ti inventi tu una traduzione che smentisca questa mia interpretazione psico-paranoica? 😉
c&d)Dicevamo la stessa cosa?!? WOW, che culo. Allora a volte succede ancora che un uomo e una donna dicano la stessa cosa?!?! Straordinario. 😛
Eh si, lo so che non è una cura definitiva, credo nessuna cura lo sia. e forse è pure un bene. magari ricordarsi la batosta in qualche strano modo,o verso, prima o poi, aiuta.
E poi cos’è sto snobbismo verso i lenitivi?! sarà che la mia batosta fu una legnata sui denti, ma a me l’idea di avere un lenitivo mi sembrò già una gran notizia.
Le hai messe in guardia? tutte? ma tutte tutte?!
Cioè fammi capire tu sei andato tipa per tipa a dire: “guarda che io ho dei problemi a gestire le fasi difficili e i problemi di comunicazione” e hai incontrato donne che NON ti hanno risposto subito: “ah si? bene, allora ciao.” ?!?!
Mah, beh, allora si spiega tutto!!!! Sei incappato nel genere “vedrai che con me sarà diverso”…
mi dispiace. Condolianze.
Però scusa eh, ma se una non se ne va subito di fronte a una dichiarazione del genere non ti pare evidente che è una soggetta un pò masochista e con l’autostima al minimo storico??
voglio dire, non è che dopo ci puoi rimanere male se la suddetta si rivela esageratamente fragile e insicura…
Però mi pare di capire che, se questo non va bene, non va bene nemmeno quella che fa il discorso inverso e dunque appena ti vede sgusciare fuori dalle difficoltà ti molla, giusto?
E fammi capire un pò, cos’è che vorresti?
Che una ti mettesse in guardia da subito dicendoti “guarda, io ci provo a sostenere le tue difficoltà, però non sono brava quindi non ci contare troppo”?
in pratica il tuo clone femminile?
Ghandi diceva che dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere.
Tu che ne pensi?
@mabh:25? porca vacca (scusate il francesismo)
c’è una cosa che dice homodormiens che trovo piuttosto ingiusta o per essere più relativista non sento mia, non mi rappresenta. Quando in particolare parla di donne sopra i 30 e di amore. Beh io trovo ingiusto parlare di amore, interessi e comodità. Cioè, poniamo che una a 30 anni ne ha viste un po’ nella vita, conosce un tizio, c’è una discreta attrazione fisica, il tipo è intelligente, sensibile, ha carattere, lei sa che non è l’amore della sua vita, ma francamente sente che il treno è passato, che male c’è se cerca di impostarci una relazione?Magari non è l’amore quello che ti fa muovere le montagne, ma è comunque sempre un amore… Perché se una donna cerca un uomo è matematicamente una sfigata che non vuole star sola e vuole sistemarsi?
@Mabh: prima di tutto, ti spiego il significato della mia ultima frase al commento precedente. Non mi sono rotto le scatole di parlare dell’argomento, anzi, solo che ultimamente mi riesce parecchio difficile rispondere punto su punto alle argomentazioni altrui, specie se come al solito finisco per scrivere una vagonata di roba. Sarà il fatto che qui non posso usare il quoting (cosa che faccio invece nelle mail), sarà l’età, sarà che ho la mente ancora “rintronata” da cose accadute tempo fa e che non sto a spiegarti, ma faccio veramente fatica (avrai notato infatti che ogni tanto perdo il filo e parto per la tangente). E dire che questa è (stata) la mia specialità!
Tutto lì, non ci sono altri motivi particolari. Anzi, uno in verità c’è: mi diverto molto di più a leggere le “flame” che tirate su tu e sa30a… =P
BTW, vediamo di rispondere come al solito, anche se la faccenda inizia a diventare tosta:
a) ti dirò la verità, ti davo sui 35 anni circa e sapere che ne hai dieci di meno mi ha lasciato un po’ sorpreso… =P
Non credere che la categoria delle (ultra)trentenni di cui parlo si straccino le vesti perchè “costrette” a rinunciare all’amore vero: col cavolo, proprio perchè l’opportunismo è donna a loro non frega nulla di tutto ciò, l’importante è che il pollo di turno dia loro agiatezza o che sia ugualmente di facciata, tanto per non essere considerate zitelle e non sfigurare di fronte alle amiche, magari tutte già sposate o con prole. Di questo sono ben felici, finora non ne ho trovata nessuna disperarsi a tale proposito. Il compagno diventa un bancomat con funzioni riproduttive, per il resto una volta ottenuti tutti gli scopi prefissi diventa inutile. Siete in parecchie che, avendo figliato ad età relativamente avanzata, iniziate di punto in bianco a trattare come uno zerbino il partner, apparentemente senza motivo. Se vi serve qualcos’altro, vi fate semplicemente l’amante, ovviamente più giovane perchè non accettate che anche per noi l’età avanza inesorabilmente.
Qui non si tratta più di abbassare il tiro (quello lo puoi fare quando sacrifichi le pretese riguardo l’aspetto fisico per concentrarti più su quello caratteriale o quando magari sogni il miliardario, ma poi ti accontenti dell’onesto lavoratore), qui si rientra in pieno della definizione di Zobo.
Noi ci proviamo eccome a cercare di capire cosa vi passa per la testa in quei momenti e a venire incontro alle vostre ansie, ma puntualmente tutto ciò che facciamo a voi non va bene. Che dobbiamo fare noi, se la cosa dopo un po’ non riusciamo a risolverla e voi continuate nei vostri isterismi? Semplice, ci rompiamo le scatole e ci regoliamo di conseguenza: le crisi di mezza età arrivano molto più difficilmente se dietro all’uomo c’è una donna che ama il suo compagno e non lo considera come un coinquilino o un dazio da pagare per salvare le apparenze…
b) ti cito una cosa che ho letto tempo fa da qualche parte e con la quale sono perfettamente d’accordo: “[con noi uomini] Sottili sottointesi NON funzionano. *Ovvi* (per voi) sottointesi NON funzionano. Se avete qualcosa da dirci ditecela e basta”. Questo apprezziamo noi uomini, non le frasi sibilline, le domande trabocchetto o i giochini mentali. Se c’è da discutere lo si può fare anche subito, ma non si può dissertare quando una parte è costretta a tirare a indovinare cosa vuole l’altra (ed è questa la vera situazione frustrante!). Non ci vuole molto, eh, funzioniamo in maniera più semplice di quanto pensiate…
c&d) vedi, senza volerlo invece hai appena confermato ciò che voi donne non volete ammettere: noi uomini siamo in grado di capirvi, siete voi che puntualmente capite tutto il contrario di quel che diciamo noi! 😛
Sugli avvisi: prima del corteggiamento esiste (o quantomeno dovrebbe esistere) anche una fase in cui ci si conosce. E’ in quel frangente che inizio a mettere in chiaro quali sono i miei difetti principali, non è che me ne esco di punto in bianco con quello che ti ho detto nel commento precedente: poi vedrà lei, alla fine, se le interesso ancora e vuole fare il passo verso una storia seria (se lo fa, chiedo solo di avere pazienza se inevitabilmente sbaglierò qualcosa). Lo faccio perchè non sopporto che qualcuna si crei aspettative sbagliate su di me, dato che poi non riuscirei a vivere tranquillamente la storia per il timore, indotto proprio dalle aspettative della controparte, di disattenderle in qualche modo. Chi di suo è ansioso, poi (e io ho avuto e ho grossi problemi in tal senso), vive la cosa malissimo e si sente quasi costretto a dare sempre e comunque quel famoso 120% di cui sopra, e alla lunga questo logora.
Non sono difficile da trattare, eh, anzi credo di essere nella media generale: ci sono però alcune cose a cui bisogna prestare un po’ di attenzione, pena una mia repentina chiusura a riccio che di solito non porta a cose buone. Puntualmente, però, sono io quello ad essere disatteso: più che darvi le istruzioni per l’uso sicuro del sottoscritto che devo fare, tagliarmi una mano, per non dire altro?
La categoria del “vedrai che con me sarà diverso” mi è capitata due-tre volte ed è equivalente in tutto e per tutto alla categoria “vedrai che ti farò cambiare”, ma lì il benservito l’ho dato io per primo: per carità, qualcosa posso tranquillamente limare/smussare, ma non ho alcuna intenzione di cambiare quel che sono solo perchè qualcuna ha delle pretese. Tornerò su questa cosa tra poco, comunque.
Veramente non sono mai stato mollato quando sono uscito dalle difficoltà, ma proprio quando nelle difficoltà ci sono finito a pie’ pari e avrei avuto bisogno di un sostegno per non sprofondare del tutto. Lascio perdere le considerazioni in merito perchè sarebbe troppo lunga da scrivere e ho detto anche troppo – così rischio di essere sgamato in futuro! ^^;;
Cosa cerco io? Semplicissimo: qualcuna che in primis accetti se stessa (dato che a me piacciono le “morbide”: a voi donne non salta mai in mente che magari se vi scelgo è proprio perchè mi piacete così come siete e non per come vorrei che foste? La stragrande maggioranza delle vostre sclerate e insicurezze deriva proprio dal fatto che non vi accettate per come siete fisicamente) e che riesca a trasmettermi tranquillità, senza eccessi in un verso o nell’altro. E, ovviamente, che voglia stare con me non per l’immagine che si è fatta nella sua testa, ma per come sono in realtà, inclusi tutti i difetti: come ho detto, io vi accetto in toto, se mi piacete, gradirei vedere ricambiata la “cortesia”. Mi sembra di accontentarmi tutto sommato di poco, in linea di massima (poi va beh, ci sono i dettagli, ma quelli esulano dal contesto). Il mio clone al femminile lo lascio ben volentieri ad altri…
Direi che qui ho finito di rispondere, se mi sono dimenticato qualcosa non è stata certo una cosa voluta… ^^;;
@mav: c’è una cosa chiamata “dignità”. Che senso ha stare con qualcuno che si sa fin dal principio di non amare (perchè un amore a metà, un “amoricchio”, non certamente è un amore) e che è lì solo perchè magari è il meno peggio che si è riusciti a trovare in tempo utile? Non vedo un briciolo di dignità da parte della donna in tutto questo (sia che si butti via per disperazione, sia che lo faccia per opportunismo), così come non vedo rispetto per il compagno che, magari, alla storia crede sul serio: sentirsi dire “Ugo, io ti stimo moltissimo” (cit.) non è esattamente il massimo della vita, anzi è parecchio avvilente… =/
Con queste basi non si va da nessuna parte: una cosa o si fa bene o altrimenti non la si fa proprio. Ovviamente IMHO come sempre, e ci mancherebbe pure…
@sa30a: e che caspita, mi lasci a battagliare da solo con le tue lettrici più agguerrite? Un minimo di solidarietà maschile, perdìo!! =P
Si usano parole forti, qui. Si parla di “dignità” perduta quando ci si rifugia in un amore comodo, di lettrici agguerrite, di donne che trattano gli uomini come bancomat.
E alla fine nel leggere mi resta addosso solo un grosso senso di tristezza…
mi sembra che ci siano così tanti dolori a gravarci le spalle che non siamo, nè da un lato nè dall’altro, quasi più capaci di guardarci con curiosità, stupore…
Penso a questi dieci anni che ancora mi mancano e non me li riesco a immaginare lieti, ma faticosi, come camminare in un lago di alghe.
“noi uomini”, “voi donne”… quand’è che abbiamo smesso di trattarci da persone? quand’è che abbiamo iniziato ad accumulare le colpe passate sugli incontri futuri, che sembrano comunque sempre in debito, come viziati da una tara originaria, inevitabile?
Che margine abbiamo ancora, che speranza, di essere visti con occhi vergini, occhi nuovi?
Non dovrebbe significare poi questo, amare?
25 anni. Caspita. non so mica se è un bene.
forse sarebbe stato meglio averne già molti, moltissimi, di più.
@homodormiens: dignità? E tutti quelli che l’hanno stracciata prima? Che hanno inaridito quella “verginità di sguardo” di cui parla mabh? allora cosa bisognerebbe fare? Rifiutare di vivere una storia, di dare affetto, rispetto e amore (per me è comunque amore)a una persona meritevolissima, che ha solo la colpa di essere arrivata quando oramai il cuore ha troppe cicatrici e troppe pezze? Qual’è la linea che separa l’ipercriticismo e il pensare troppo, dal vivere con serenità i sentimenti e chiamarli col loro nome? Forse è anche vincere la paura di riconoscere l’amore, perché se ne ha sofferto troppo prima… Ad ogni modo, in quanto tua opinione è sicuramente rispettabile, ci mancherebbe altro 😉
@Mabh: questi dieci anni che ti mancano credimi non saranno un mare d’alghe, come non lo saranno quelli a seguire, perché secondo me, dietro questa patina malinconica il tuo sguardo io lo sento molto vergine, soprattutto volto a vedere la magia negli altri. Sei acuta, puoi di certo fare un banchetto anche delle briciole, semplicemente per il modo in cui guardi alla vita, non è di certo un modo leggero e facile, ma è ricchissimo…
p.s. Mi sono dimenticata di accennarne, ma è vero ci vuole onestà e non sperticarsi in ti amo a profusione, è necessario che la controparte deve conoscere la natura dei nostri sentimenti…
@mabh: perchè parole forti? Perchè ho espresso tutta la mia disistima verso chi si butta via o si arrende a soluzioni di comodo, magari per salvare le apparenze o non essere da meno delle amiche, come scrivevo? Se vuoi cambio termine e ne uso uno un po’ più leggero quale “personalità”, ma il senso generale cambia poco. Ti sembrerà strano, ma le donne che hanno un minimo di personalità forte sono apprezzate ed è anche un piacere stare con loro. Ma poi: la stragrande maggioranza delle donne prende a male parole il proprio uomo (ma anche quelli altrui e quelli di nessuno) ogni volta che questo accusa cedimenti o si mostra arrendevole di fronte a determinate situazioni e invece va benissimo quando è proprio questa maggioranza a fare le stesse identiche cose?
Sia comunque chiara una cosa: la stessa disistima ce l’ho anche verso i miei “colleghi” uomini…
Non pensavo che definire tu, mav e le altre “agguerrite” fosse un’offesa, anzi pensavo di rendervi pure merito perchè riuscite a reggere discussioni quantomeno delicate in maniera molto buona ed è un piacere rispondervi, confrontarsi e scambiare opinioni, anche se la pensiamo in maniera quasi diametralmente opposta. Va beh, che vuoi che ti dica, tornerò al lurkaggio così risolviamo i problemi alla radice… =/
Quand’è che le cose sono cambiate, dici? Risposta semplicistica: da quando avete voluto gli stessi diritti degli uomini (e mi sta benissimo eh, la parità non mi dispiace affatto), senza però assumervi anche gli oneri e i doveri che ciò comporta (e ciò mi sta decisamente meno bene). Troppo comodo, IMHO: come, quando volete qualcosa vi appellate alla parità di diritti, ma quando invece dovete in qualche modo “rendere conto” vi appellate al fatto che siete donne e che quindi non è affar vostro? Eh no, non è così che funziona (o che dovrebbe funzionare). Lasciamo poi perdere la trasformazione che subite quasi tutte voi quando andate in causa per la separazione: delle vere e proprie iene/arpie/sanguisughe, pronte solo a rovinare la controparte (e di casi così ne ho visti tantissimi). Che fiducia possiamo riporre in voi, quali progetti possiamo fare se poi appena qualcosa va male ci ritroviamo senza casa, senza soldi e, anzi, con ulteriori soldi da darvi anche se lavorate e ve la spassate con un altro che vi mantiene?
In ultima: in verità ti mancano anche meno di 10 anni prima di arrivare nell’età “a rischio”, giusto per essere ancora più cattivo
Ti dico però una cosa, se posso: hai 25 anni e fossi in te al momento non mi preoccuperei di cosa potrebbe essere fra 10 anni, ti fasceresti la testa prima ancora di essertela rotta. Ma se c’è una piccola cosa che l’esperienza e l’età mi hanno insegnato è che a 20 anni si semina e a 30 si raccoglie: se semini bene ora che puoi farlo, vedrai che poi avrai ottimi risultati. Poi va beh, può anche andare ugualmente di sfiga, eh, ma almeno riduci le probabilità di ritrovarti in braghe di tela più avanti.
Ho perso il filo e ho fame. Vado, ho finito…
@homodormiens: parole forti perchè parlare di dignità non è lo stesso che parlare di personalità e perchè, quale che sia la parola, dare un giudizio tanto netto su un atteggiamento che può avere alla sua base molte cause differenti mi sembra, quanto meno, affrettato.
Il punto non è scegliere il comodo, il punto è Perchè.
Per quanto riguarda la tendenza a rimproverare negli altri ciò che poi facciamo anche noi, credo che qui non si tratti di distinguere tra uomini e donne, quanto piuttosto di riconoscere un limite, molto umano, e probabilmente molto antico… Guardare la trave nel proprio occhio anzichè la pagliuzza nell’occhio dell’altro è un consiglio vecchio di millenni, attuale, e, mi permetto di ritenere, assolutamente unisex.
Non mi sento offesa dalla tua definizione di “agguerrita”.
Mi sento, piuttosto, malintesa… o meglio dovrei dire “sottointesa”, come se dei reclami si scorgesse sempre solo la scorza, e molto più raramente l’intenzione più intima, più profonda, che non è quella polemica, non è quella di un agguerrirsi, appunto. Penso sarebbe bello che si parlasse delle donne agguerrite come di donne… innamorate, o appacificate, magari…chissà.
( Tra parentesi, cos’è il lurkaggio?)
sono d’accordo. credo che la richiesta di parità sia stata una causa non irrilevante del mutamento.
Non condivido però le ulteriori considerazioni.
Non credo che si vogliano gli onori e si rifiutino gli oneri di una condizione… Credo, piuttosto, che come tutte le situazioni nuove, si produca nei loro confronti una sensazione ambivalente di piacere e di dolore, di entusiasmo e di spaesamento. Mi sento felice e fortunata di studiare, di votare, di non avere bisogno di un padre o di un fratello per sposarmi o decidere se comprare o vendere una casa, di poter dare il mio nome ai miei figli, di viaggiare da sola, di offrire un pranzo a chi voglio, di comprare regali.
Non sono felice di dover pagare questa mia indipendenza con la mancanza di premure del mio compagno, con i suoi “ho bisogno dei miei spazi” o “non mi va di accompagnarti” o “paghi tu?”, e questo non perchè trovi “poco virili” questo genere di risposte, ma perchè le trovo “poco compagne”.
Io non credo di tirarmi indietro di fronte alle cose. Richiedo altrettanto.
Penso di dare molto e mi piacerebbe ricevere molto. Se l’altro pensa che io possa o debba dare di più sono felice di parlarne e sperimentarmi, e così mi aspetto si possa fare se sono io a pensare che l’altro dia meno di ciò che può.
Non lo trovo iniquo. Lo è?
Non so che fiducia tu debba accordare alle arpie. Così a naso direi Nessuna.
Ti chiedo però di non togliere fiducia a quelle che arpie non sono, ma che hanno il solo demerito di essere arrivate DOPO il tuo primo contatto con la perdita delle illusioni e delle innocenze.
Ossia di dare possibilità integre, e non già scheggiate dal dubbio generato dai “milioni di casi precedenti”.
A volte l’aver visto troppe volte la stessa cosa fa si che continuiamo a vederla un pò ovunque… però è una memoria della retina, non una monotonia degli oggetti.
Ti ringrazio del consiglio. Al momento ho l’impressione di aver seminato molto, e seminato un pò nel mare.
Diciamo che prima di rimettermi al lavoro aspetto che di incontrare un terreno che mi comunichi a voce forte “semina me. Semina me.”
Mi manca, lavorare… ma mi piace pensare che non tutto debba essere così sforzato, che io non debba per forza conquistarmelo, l’amore, o la stima, o il rispetto, che io non debba per forza suscitare i desideri.
E forse ora ho un pò bisogno anche io, di essere il “campo”, che qualcun altro faccia il “contadino”.
Forse dovrei semplicemente smettere di leggere i commenti, ma voglio vedere dove andate a parare…
Mi irrita molto la distinzione noi/voi, come se gli uomini fossero tutti in un certo modo e le donne tutte in un certo altro.
Tanto per chiarire: ho 30 anni e una figlia nata per caso da un uomo che amavo e che, dopo il parto, mi ha implorata di vivere insieme; dopo un anno di convivenza mi ha comunicato di non amarmi e che siamo, di fatto, coinquilini e basta. E’ ben vero che io son disoccupata, ma è lui che insiste perchè io usi i soldi guadagnati da lui per le mie spese, e che si fa usare come bancomat, mentre non alza un dito in casa (nemmeno quando riesco a lavorare per un mesetto) e non regge di gestire la bambina in autonomia per un paio di giorni (per esempio quando io sono malata). Così, economicamente dipendente mio malgrado, non vedo l’ora di trovare un lavoro fisso per poter prendere un appartamento in affitto e cavarmela senza di lui, che pure per non sacrificare il tenore di vita di nessuno sarebbe pronto a continuare con questa convivenza di comodo.
Chi è allora, fra uomini e donne, che, passati i 30, si tiene qualcuno che non ama perchè gli fa comodo, per assolvere alle funzioni riproduttive e pratiche, perchè ritiene che non troverà nessun altro?
Uhm, vediamo se riesco a rispondere a tutte in poco tempo (anche se la vedo dura, nel caso mi concedete la rateizzazione dei reply che vi devo? :))…
@Mav: mi sono perso i tuoi due commenti l’altro giorno (evidentemente stavo scrivendo la risposta a mabh e non ho controllato poi al refresh della pagina se c’era qualcosa di nuovo. Comunque, parto dal tuo post-scriptum: se si parla di onestà e di essere d’accordo con la controparte riguardo ai termini della relazione il discorso cambia radicalmente, non credi anche tu?
Quante sono invece le donne che non usano questa accortezza (sugli uomini ne parleremo quando tu o mabh aprirete un blog! =P), anzi fanno tanto le innamorate e poi, alle amiche, dicono che a malapena sopportano il tizio con cui si accompagnano? Decisamente troppe, rispondo io.
Certo, continuo a sostenere che nel caso che tu porti a sostegno non si debba parlare di “amore”, ma di “affetto profondo” nel migliore dei casi. Che però è ben diverso dall’amore: metti il caso in cui tu vivi con una persona che stimi, per cui provi affetto, ma che non ami dal profondo, magari hai ugualmente progettato o fatto piano per il futuro con questa persona (senza tirare in ballo eventuali figli, basta anche la sola casa) e poi, un bel giorno così di punto in bianco, trovi una persona che ti fa battere il cuore più di quella con cui stai – non importa se ricambiata o meno, nè importa che sia amore vero, è sufficiente che sia anche una mera questione ormonale -, che fai? Molli tutto e vai con quest’ultima? Se la risposta è sì, torniamo al punto che sostiene Zobo (e quindi gli dai ragione); se la risposta è no, torniamo al punto che sostengo io, cioè che vi buttate via per una situazione di comodo, non importa (e quattro…) se per rassegnazione o cinico opportunismo.
Prova a immaginarti anche l’animo del povero cristo che si trova nel mezzo delle due situazioni, cioè l’ipotetico compagno: a te farebbe piacere essere considerata come una sorta di male minore (quando va bene) o peggio una soluzione transitoria in attesa di tempi migliori? A me, da appartenente al genere maschile, francamente no.
Ecco, in questo caso servirebbe un po’ di dignità anche da parte nostra, ma come detto se ne riparlerà in altre sedi (o in altri post, se il padrone di casa offrirà spunti in tal senso)…
@mabh: oggi dovrei essere più breve nel risponderti (già ti sento gridare “Alleluja”…), quindi procedamus.
Partiamo con la questione dell’essere agguerrite: dove hai letto che in ciò emerge solo la scorza e non l’aspetto interiore? Secondo te noi due non siamo andati un po’ più in profondità nel confronto reciproco? Senza offesa per nessuno, ma ho scoperto un’altra ragazza rispetto a quella che “litiga” con sa30a e devo dire che la trovo pure piacevole e sicuramente non vuota e non sciocca come tantissime tue coetanee. Che poi si sia su posizioni diverse in fatto di visione delle cose è un altro paio di maniche, ma il confronto con te (e con le altre) a me piace e lo ritengo molto costruttivo: non sono ancora a compartimenti stagni, per quelli aspetto di arrivare ai 40 anni e di tempo ne ho ancora moltissimo prima di arrivarci…
Sul discorso dell’indipendenza, mi attacco solo allle frasi che hai citato come esempio. Per come la vedo io, il rispetto degli spazi altrui in una coppia è quantomeno condizione necessaria (ma non sufficiente) perchè la coppia stessa funzioni, e questo vale assolutamente per entrambe le parti. Una persona assillante è quanto di peggio ci si possa trovare, poi non ci si lamenti se qualcuno si fa l’amante…
Il resto delle frasi: se dette occasionalmente IMHO nella coppia ci stanno anche (i periodi non idilliaci possono capitare), a patto che non diventino routine nel giro di poco tempo. Hai ragionissima quando dici che se dai tanto vorresti avere almeno lo stesso trattamento (io invece ne ho fatto un punto fermo e su quello non transigo, ma per onestà mi impegno a restituire tutto ciò che la controparte mi dà anche se non sono in condizioni per farlo), non è assolutamente iniquo, il tutto però sta nella base da cui parti. Se pretendi la Luna è difficile che ti restituiscano mezzo sistema solare o anche la stessa Luna e basta…
Ultima cosa, che poi mi tocca scappare (e scusami se taglio parecchia altra roba): occhio ad aspettare che il contadino venga da sè o ostinarsi a cercare solo un certo tipo di terreno per seminare: rischi di ritrovarti, alla fine, senza terreno, senza semi e coi contadini che sono emigrati in altre campagne. Esperienza insegna, ahimè…
@elipiccottero: a te rispondo stasera, per te ci sono diversi distinguo da fare e mi serve tempo che adesso non ho. Sorry
Ne sono conscia. Certe attese non pagano, ma non è questione di principio, è questione di tempi, di fisiologia. Adesso non è il tempo, non ne sono capace, e so che se chiedessi a me stessa più di quanto sono in grado di offrire finirei col sentirmi affannata, svuotata, e arrabbiata… Sensazioni che non si combinano bene con l'”amore” che dovrei saper elargire.
Non lo ho “letto” che di certe frasi arriva solo la scorza, è piuttosto un’impressione che mi viene confermata/accesa proprio dalla scelta di certe parole fatta per definire certi comportamenti/situazioni, che, secondo me, se fossero interpretati secondo l’intenzione di chi li ha messi in atto, dovrebbero essere definiti diversamente…
Sei tu stesso a dire che hai scoperto un’altra persona rispetto a quella che “litiga” con Sa30a… ebbene io non credo di essere un’altra… di aver dimostrato, ora più di prima, un mio lato “profondo”. Io sono la stessa, penso alle cose che dico con lo stesso peso. Forse però a volte il mio appello a chi mi sta di fronte affinchè “mi si legga” con un pò più di voglia di interrogarsi cade nel vuoto…. e altre volte, semplicemente, no. si tratta, noia permettendo, di considerare certi battibecchii cercando di leggerli con una chiave diversa, ecco…
L’indipendenza…
Onestamente mi fa sorridere che una persona possa temere per l’incolumità della propria indipendenza…come se davvero fosse colpa di qualcun altro il fatto di perderla…
Io credo che nessuno possa toglierci qualcosa che non vogliamo farci togliere, e che la paura che questo avvenga in realtà sia solo paura che noi non saremo in grado di difendere ciò di cui abbiamo bisogno.
Credo anche che questo non abbia a che fare con gli altri, però, ma col bisogno di dedicare un pò più di tempo a cercare di capire i propri limiti e le proprie necessità.
Se vuoi l’indipendenza e hai paura che qualcuno possa sottrartela, non devi cercare di stare con qualcuno. Oppure devi cercare di capire xchè mai hai questa paura, la quale forse deriva dal fatto che quel qualcuno non è la persona giusta per te, dal momento che accanto a lei/lui ti senti “minacciato”.
Dare la colpa all’altro di essere – semplicemente comportandosi nel modo in cui gli viene naturale fare- soffocante e lesivo della nostra indipendenza, senza essere altrettanto disponibili a mettere in discussione il proprio rapporto con la stessa “indipendenza”, lo trovo, invece, semplicistico, anche se, sicuramente e forse proprio a causa di ciò, più frequente.
Difficile che mi restituiscano la Luna, hai ragione.
Dunque o imparo ad accettare relazioni squilibrate, o imparo a non chiedere la luna, o imparo a non darla.
Ognuna delle tre scelte mi costringe a cedere a qualcosa a cui vorrei non dover cedere, ma tant’è.
provo a cominciare da 2 e 3.
Mi accontento di desiderare senza chiedere, mi accontento di desiderare di dare, senza dare.
@elipiccottero-bis: e sì che mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro riguardo a chi stavo prendendo di mira, evidentemente non è così. Io mi riferivo a donne *single* che hanno GIA’ superato la trentina magari da un po’ (restringiamo pure il target e facciamo dalle 33enni in su, che poi sono le “peggiori” da questo punto di vista), che NON sono mai state sposate (non valgono quindi le separate/divorziate), che NON hanno figli, e che, causa orologio biologico che corre come un disgraziato o la semplice paura di sfigurare con le amiche già sistemate da parecchio, fanno quel che continuo a ripetere da qualche giorno qui su.
Non mi pare proprio che tu rientri in questa casistica, dato che se ho ben capito tu hai una figlia avuto ancora prima dei 30 anni, non vedo come tu possa in qualche modo sentirti tirata in causa da ciò che scrivo.
Hai una situazione che sinceramente non invidio, ma non c’entra praticamente nulla con l’oggetto del contendere: tu e il tuo ex/convivente avete una figlia di mezzo e mi pare il minimo che lui aiuti a mantenere entrambe. Ripeto, è una cosa totalmente diversa da quella decisamente più “leggera” sulla quale stiamo discutendo io e Mabh: tu non hai una convivenza che fa comodo a una delle due parti, è una convivenza forzata, indipendentemente da quanto durerà, a causa della figlia che avete. Non ci sono esigenze riproduttive da soddisfare e nemmeno esigenze economiche.
Piuttosto, da quel che scrivi mi sorge più di un dubbio che ti esprimo con una domanda: non è un po’ tanto brutto dire “ho una figlia nata per caso”? Ok, io non vado certamente pazzo per i bambini, ma detta così sembra quasi che la consideriate entrambi una tara, povera ceratura…
Non entro nel merito della questione “essere pronti a fare i genitori” perchè ne so abbastanza poco sia dell’argomento in generale, sia della tua situazione in particolare: l’impressione che si ha leggendo il tuo commento, però, è che il tuo ex/compagno/convivente non lo sia decisamente, ma ovviamente sentiti liberissima di smentirmi in toto che non mi offendo mica :).
Non è un argomento su cui mi sento di dibattere, ripeto, perchè è troppo “oltre” per me e non ho argomenti validi da portare a sostegno…
@mabh, in ordine più o meno sparso: quando discuti con sa30a è veramente un muro contro muro ed è per quello che mi diverto a leggervi =P
Ad ogni modo, davi veramente l’impressione di avere dieci anni in più: secondo te è solo un caso se non sono stato l’unico a rimanere sorpreso leggendo la tua vera età?
Evidentemente tu ti senti sempre la stessa, ma in realtà diventi diversa a seconda dell’interlocutore che hai davanti…
Sulla questione dell’indipendenza, ho letto un po’ al volo e spero di aver inteso correttamente quel che volevi dire. Non ho paura che mi portino via gli spazi, anzi è vero che se qualcuna avanza pretese senza un motivo più che valido, questa si attacca al tram: se in quel momento ho bisogno di tempo per me e ho buoni motivi per farlo, me lo prendo e basta. Se alla controparte non sta bene, allora tanti saluti e alla prossima, soprattutto se si rivela egoista e possessiva. E’ già successo una decina di anni fa, per quanto mi riguarda, e a tutt’oggi non sono assolutamente pentito di avere scaricato la malcapitata a tempo di record (ci sarebbe altro da raccontare per contestualizzare meglio la cosa, ma te lo evito volentieri).
Questo ovviamente se non mi viene motivato in maniera valida il perchè e il percome non devo prendermi il mio spazio in quel determinato momento, altrimeni se ne può tranquillamente discutere.
Ciò non significa che me ne infischio della partner, anzi è vero che per tutto il resto del tempo sono a sua completa disposizione. Giusto per chiarire: per come la vedo io, il partner non è qualcuno che si sovrappone al tuo mondo, ma qualcuno che si affianca a questo e che con questo instaura collegamenti. Nel momento in cui un mondo ha la prevalenza sull’altro, la storia è destinata a proseguire male. Non una rivoluzione, quindi, ma un’espansione di quanto si ha già.
Si vive CON una persona, non PER una persona…
Sul chiedere e sull’avere: mi stai dando l’impressione di essere una ragazza che se dà quello che (per lei) è 100 esige che le sia ridato 100 (sempre per lei). Colpa mia, non ho spiegato bene il concetto e quindi cerco di rimediare.
Anche qui, discorso semplice: se io ti do la Luna e tu nonostante tutto l’impegno che ci puoi mettere puoi darmi in cambio solo l’Australia (pseudo-cit., anche se sembra una partita a Risiko!), a me va benissimo ugualmente. A me importa solo che se io ti do il mio massimo per te tu faccia altrettanto in buona fede, chissenefrega se i valori in campo non sono uguali. L’Australia è bella, nonostante gli australiani non siano il massimo della simpatia, perchè rifiutarla?
Se invece tu chiedi la Luna e l’Australia non ti basta perchè vuoi anche Venere e Saturno va bene uguale, basta parlarne e, alla peggio, ci si saluta senza eccessivi drammi: mica siamo fatti con lo stampino, in fin dei conti.
La questione non è di relazioni squilibrate, di rinunciare a dare o ricevere qualcosa: si tratta solo di apprezzare quel che l’altra parte ci dà anche se non è molto, fermo restando però la buonafede e l’impegno che questa deve metterci. Se tu riesci a dare di più tanto meglio, ma devi darlo senza pensare di ricevere qualcosa: la soddisfazione deve venire soprattutto nel dare, prima ancora che dal ricevere, ricordalo. Logico che a lungo andare se non ricevi poi ti stufi, ma questo è l’ennesimo altro paio di maniche.
Ti devo una definizione, a proposito: dicesi “lurking” la pratica del seguire forum/blog/newsgroup/bacheche/altro senza però mai intervenire nei commenti. Ad esempio, se tu non commentassi su questo blog e lo leggessi solamente da qualche tempo, tu saresti una cosiddetta “lurker”. Sic et sempliciter, e con questo direi che ho finito.
PS: dopo questa serie di commenti, chissà perchè mi è appena apparsa davanti agli occhi l’immagine di me stesso con un elmetto militare in testa e la bandiera giapponese, dentro ad un fortino… ^^;;;
@homodormiens: veramente io ho concluso il mio commento chiedendo chi è, fra uomini e donne, ad accontentarsi. Perchè io i 30 non li avevo nemmeno raggiunti, ma lui li aveva passati, e ha preferito sistemarsi con la “scusa” di una gravidanza non pianificata, e ora tirerebbe avanti con una che non ama, solo per non doversi rimettere in gioco… e per non dover rinunciare a nulla, perchè in fondo ha guadagnato un’ottima colf.
In effetti non è esatto dire che ho una figlia nata per caso; sarebbe più esatto dire che è stata concepita per caso, ma io, in realtà, ho voluto essere sua madre, quando ho saputo che c’era.
allora homodormiens…ecco il mostro a 5 teste…donna 34 mai stata sposata e single da un anno dopo essere stata lasciata alle soglie di una convivenza!!!! E sai cosa succede caro mio? Che ho comprato casa e ci andro’ a vivere da sola, che da 14 mesi non trombo e non mi sto vendendo al primo che arriva pur di fare la famiglia che voglio! Ricordati che ci sono donne con dignita’ e amorproprio forgiate da storie intrise di sofferenza! Donne che non sono mai cadutemda un letto all’altro! Donne che hanno sempre pagato tutto a meta’ con il proprio compagno, ragazzini senza palle che non hanno voglia di afforntare il fatto che prima o poi i conti con il tempo che passa lo dovranno fare anche loro. fare di tutta l’erba un fascio mi sembra davvero riduttivo e dopo la sofferenza che ho passato e il
Mio percorso interiore leggere quello che scrivi sulle donne ”come me” mi rattrista. Non siamo tutte cosi, io non sono cosi’ e vado avanti a testa alta, in attesa dell’amore e non di uno che mi metta incinta o paghi i miei conti. IO VOGLIO LA FAMIGLIA! Ciao chiara
@eli (mi concedi il diminutivo?): l’avevo inteso come una domanda retorica, appunto, ma ho anche specificato che le premesse da cui partivo per i miei sproloqui erano totalmente diverse dalla situazione in cui ti sei trovata tu. Ma mi viene un’altra domanda, che NON vuole essere assolutamente provocatoria (anzi, forse è anche un po’ inopportuna e nel caso chiedo scusa): se tu per prima vedi questa situazione della convivenza forzata come una cosa negativa (sempre secondo quanto lasci trasparire), perchè non fare armi e bagagli e, magari, tornarsene dai propri genitori, seppur momentaneamente in attesa di tempi migliori e un lavoro?
Se me ne fai una questione di orgoglio e di principio ti capisco benissimo, eh, hai davanti un altro testardo in tal senso: però, a volte, bisogna turarsi il naso e fare un passo indietro, altrimenti è peggio. Almeno, così è come la penso io, ma come ti ho detto l’argomento per me è troppo delicato e non sono in grado di sostenerlo come si deve… =/
@Chiara: se magari il mostro a cinque teste (ma basterebbero anche solo tre, come Cerbero) avesse letto il commento che ho lasciato a Brown Princess avrebbe scoperto che ho scritto anche “single da un bel po’ di tempo”. Dove per “un bel po’” non intendo un anno circa, ma molti di più, *almeno* nell’ordine dei 6-7 (eventuali storielle da un mese-due o avventure non contano, parliamo di rapporti lunghi) e comunque da prima di compiere i fatidici 30 anni…
Anche tu, come elipiccottero, sei un caso un po’ diverso: da quel che scrivi tu sei rimasta, perdona il francesismo, col culo per terra di punto in bianco, il perchè e il percome lo lascerei stare. Visto che eri alle soglie di una convivenza devo dedurne che il rapporto da cui esci non fosse esattamente breve, ma durasse da un discreto lasso di tempo: tutto ciò NON ti fa rientrare nella categoria.
Tanto di cappello per esserti rimboccata le maniche e aver comprato casa, ma ricorda anche tu che non tutte hanno la possibilità di farlo, vuoi perchè non guadagnano abbastanza, vuoi perchè non hanno mai mosso un dito in vita loro e non vogliono farlo nemmeno sotto tortura con la scusa che vogliono fare le (semi?)mantenute. In questi casi che fai, compri casa con un lavoro a tempo determinato e uno stipendio di poco più di 700 euro al mese con rate del mutuo da 450? Non mi sto inventando le cifre, te lo posso assicurare.
Qui si riaggancia il discorso sulla dignità di cui scrivevo l’altro giorno: c’è chi come te piuttosto che cedere allo scoramento o darsi all’opportunismo si taglierebbe una mano e c’è chi, come la grande maggioranza (anche se di solito generalizzo non vuol dire che non ci siano eccezioni!) di voi donne fa esattamente quello che ho descritto io. Evidentemente, poi, il tuo orologio biologico corre sì, ma non così in fretta da farti fare quel genere di cose.
Però, insisto, anche tu parti da premesse totalmente differenti rispetto a quelle da cui sono partito io, basta rileggere i miei commenti dall’inizio (anche se sono lunghi, il dono della sintesi non è mai stato il mio forte).
Sui ragazzini che hanno passato gli -enta ti do tranquillamente ragione (da un po’ sto diventando anche misantropo, oltre ad essere già abbastanza misogino), anzi in qualche modo puoi tranquillamente includere anche me nella lista. Anche se, tengo a dirlo, se non sono pronto per il grande passo di creare una famiglia non vado certo a scegliere qualcuna che con altissima probabilità ha esigenze e tempi diversi dai miei. Forse io mi faccio un po’ troppe seghe mentali in tal senso, ma presa una fregatura una volta mi guardo bene dal rifare lo stesso errore.
Penso di aver finito, se ho dimenticato qualcosa chiedo perdono.
@homodormiens: non avevi visti i commenti perché erano in attesa di moderazione…ad ogni modo io credo nel valore della fedeltà e della lealtà, credo che gli impegni presi vadano mantenuti e ad ogni modo credo che gli amori o le relazioni possano anche finire, senza essere puttane, perché in sostanza si va sempre a finire là, una donna che lascia è una puttana…
p.s. io ce l’ho un blog =P
@homodormiens pochi riescono a farmi stare zitta, tu ci sei riuscito! non avevo letto bene tutti i tuoi post ma non accadra’ piu’ perche’ credimi, le tue riflessioni sono di un concreto e realistico che se fai consulenze anche private io ti pago come fossi uno psicologo! buona giornata
@homodormiens: sono due anni che cerco attivamente lavoro, e ho totalizzato 8 settimane di lavoro nel 2010 e 16 nel 2011; con premesse simili, andarmene con una bambina sarebbe da irresponsabile. Senza, è improponibile. Inoltre, andare da mia madre significherebbe infilarmi in una zona bellissima ma con tassi di disoccupazione altissimi. Infine, alla faccia delle donne separate che si trasformano in iene, non voglio allontanare padre e figlia. L’orgoglio conta poco: avessi ascoltato quello, me ne sarei già andata…
@mav: che un amore finisca è da mettere in preventivo fin dall’inizio, anche se magari suona brutto dirlo. C’è però modo e modo di finire, soprattutto se da una delle due parti emerge una tremenda incoerenza di fondo: sarà che forse sono un po’ troppo quadrato io su certe cose, ma vedere ad esempio che una ragazza prima mi fa una marea di storie per determinate cose e poi queste stesse cose le accetta di buon grado dal prossimo malcapitato di turno (col quale magari si è messa dopo nemmeno una settimana avermi mollato…) mi fa girare alquanto le scatole. Non ci si lamenti poi se uso appellativi a dir poco ingiuriosi ogni volta che la nomino…
A proposito, favorire il link al blog, che magari ogni tanto vengo a dare un’occhiata!
@Chiara: lo prendo come un complimento e per tanto ringrazio
In realtà come psicologo valgo molto poco (meno male che ho studiato tutt’altro), diciamo che col tempo ho imparato ad osservare i comportamenti altrui e a cercare di dar loro una spiegazione logica o trovarne le cause. A volte ci prendo, a volte no: dipende da tante cose, in primis dalla voglia che ho di mettermi lì a cercare il pelo nell’uovo a tutto.
Buona giornata anche a te, comunque
@eli: argomentazioni decisamente inattaccabili, quindi non proseguo oltre su questo filone. Posso farti solo l’in bocca al lupo per il futuro, non saprei che altro dirti… =/
@hd pure il link???? ah vabbè dopo non odiarmi però =P
ad ogni modo, mi rendo conto che basiamo le nostre sentenze su ciò che abbiamo provato e ciò che ci è capitato, ovvio che ognuno ha sviluppato il suo modo di intendere e vivere le situazioni…direi, ad ogni modo, che di fondo la differenza nelle relazioni la fa proprio se ci si trova ad avere a che fare con un essere umano o con un animale, anche se, mi tocca constatare che alcune volte le situazioni fanno venir fuori la parte peggiore dell’essere umano…
paginaviolacea.splinder.com
@homodormiens: pardon per il ritardo della risposta. Ero un attimo occupata con una laurea.
Direi che allora non ci siamo intesi dall’inizio, ma meglio tardi che mai. Il mio non è un discorso do ut des, bensì una conferma della tua strategia Luna-Australia. Se io ti do la luna, e sento che desidererei una luna in ritorno, e tu puoi darmi l’Australia, come tuo massimo, io lo accetto. Lo prendo, e sorrido, MA, resta di fatto che, IO, desidero la Luna. e pertanto, si, ci si saluta senza drammi.
é esattamente la situazione che ho passato or ora. Con una persona con cui mi trovo davvero tanto, tanto, tanto, tanto bene, e che però è in grado di darmi una “amicizia”, che, purtroppo, a me non riesce più a bastare.
Non è colpa sua. Non è colpa mia. non è colpa di nessuno. però è così, e dunque si, io mi allontano. Non perchè rifiuti quel che lui è capace di “donarmi” (che è peraltro molto), ma perchè, mio malgrado, continuo a volere ANCHE altro. e Se mi “accontentassi”, ad oggi, so che ne sarei triste. Viceversa, se continuassi a fingere che non mi sto accontentando, finirei con l’odiarlo per una cosa su cui non può fare nulla, anzi è stato pure pregevolmente onesto.
Questo non succede sempre, accontentarsi è, in una certa misura, fisiologico e sano, ma credo che questo accada appunto quando FONDAMENTALMENTE l’altro soddisfa i nostri bisogni principali, e quindi magari si tratta solo di “imperfette corrispondenze”, che non solo sono normali, ma pure belle e stimolanti, a mio avviso.
Se torniamo al paragone col risico, direi che il punto non è stabilire se è di più la luna o di più l’australia, se la prima può bastare in cambio della seconda o al contrario… si tratta di capire se quel dato scambio (poco importa che scambio sia), ci fa sentire felici o meno. Tutto qui.
Ho chiamato in causa lo squilibrio xchè credo che spesso la causa di questa infelicità derivi proprio dal fatto che le due parti del rapporto sentono una specie di “mancata corrispondenza” e non riescono a spiegarsela, a superarla ASSIEME, ognuno cercando di fare la sua parte: chi da la Luna cercando di capire che forse l’altro ha bisogno del Quebec, chi da l’Australia cercando di capire che forse l’altro ha bisogno di saturno, e che – sempre forse- magari ci si può PROVARE. tutto qui. finchè non diventa estraniante.
Quel che credo è che quando si ama qualcuno, come ho già detto, questo PROVARE ad “estendere i propri confini” non dovrebbe diventare estraniante. Per me non lo è stato, io ci ho provato ad essere una buona amica. Lo sono stata, tant’è che l’altra parte non si è mai lamentata, anzi, si è dispiaciuta del mio allontanamento. Resta di fatto che, dopo averci provato, dopo aver “esteso” il mio IO fin dove potevo, per amore/affetto, mi sono trovata cmq lontana da ciò che ANCHE io volevo. e allora ho compreso che bastava così. perchè NON POTEVO di più.
Mi piacerebbe questo, davvero. che le persone si abbandonassero anche, e con serenità, perchè NON POSSONO. Spesso però mi sembra di vedere persone che si abbandonano, più con rabbia che con tranquillità, perchè CREDONO di non potere qualcosa che forse non hanno nemmeno provato a fare, per paura, come dicevi tu, di perdere “i propri diritti”, “la propria indipendenza”.
Dimostro di più della mia età?
può darsi. Onestamente non lo so, nè mi interessa granchè capire se sia un’impressione solo tua o dell’universo mondo… ma non per cattiveria eh, solo perchè non credo che il pensare in tanti la stessa cosa la renda più “vera”… mi spiego meglio con un esempio: Se io e te abbiamo un problema di comunicazione, e tutto il mondo crede che questo problema derivi dal fatto che io sono pazza, purtroppo questo non risolve il NOSTRO problema. Anzi lo accentua, perchè tu, sentendoti supportato dal fatto che ci sono altre 1000 persone che la vedono come te, sarai molto meno disponibile a “cedere” un pò del tuo verso di me, mentre magari se pensassi per un momento che il pazzo sei tu – indipendentemente dal fatto che sia “vero” o no- riusciresti a venirmi molto più vicino… morale della favola, utilizzando un punto di vista meno convenzionale, magari, NOI riusciremmo a risolvere il Nostro problema di comunicazione.
in fondo cosa è vero e cosa non lo è? è sempre questione di punti di vista, no?
E allora ecco, lavoriamo sui punti di vista, e proviamo ad ampliare la percezione delle cose. Chissenefrega se tutto il resto del mondo ci viene dietro, oppure no.
Qui si affrontano i rapporti come se dovessero essere “giusti” ed esistesse una “giustizia” obiettiva.
Io non credo nella giustizia obiettiva. Credo nelle persone, che mi sembra più semplice, e forse più concreto. (e lo dico dopo aver fatto diritto, eh.)
Ritorno a sopra: dimostro di più? può darsi. Può darsi invece che ci sia gente che “dimostra” di meno. può darsi che l’esperienza non sia data dall'”esperienza”, ma dalla capacità di fare esperienza.
é solo un caso che lo pensino in tanti? Non lo so.
può darsi di si, può darsi di no, può darsi di no ma per motivi molto diversi,
Possono darsi tante cose… è davvero così importante?
Che cosa dimostriamo così? che tu avevi capito bene? Che tu avevi capito “meglio”?
Che non sei tu che mi hai letta diversa ma sono IO che sono stata diversa?
Certo, PER TE, lo sono stata. PER ALTRI, pure. PER QUALCUNO, PER ME, forse no. potremmo ripetere il ciclo all’infinito e non arriveremmo da nessuna parte.
Come volevasi dimostrare. Quello che permette di spezzare la coazione, come ho tentato di suggerire (vanamente) è l’interrogativo che poniamo a noi stessi, contro noi stessi, più di quello che poniamo all’altro.
Così mi chiedo, se provo a vedermi come una che dimostra di più questo incide su cosa io stia dicendo? sulle possibilità che ciò che dico venga interpretato diversamente? Dovrei allora forse specificare sempre la mia età quando parlo? Si tratta di un mio “limite”, se non lo faccio?
Deve stare A ME l’onere di sembrare “più me” di quanto non faccia, per altro non accorgendomene nemmeno?
Come posso sembrare “più me” se non essendo me?
e ti chiedo: è solo possibile, dico solo POSSIBILE, che – e non lo chiedo per dimostrare che HO RAGIONE, perchè della ragione non me ne faccio niente- chi ho di fronte faccia la sua parte per darmi, anche qui, almeno la POSSIBILITà di essere, IN REALTà, una me diversa da quella che A LUI viene automatico percepire?
è solo possibile che tu chieda a te stesso “forse quel muro che ho visto, se ci avessi riflettuto un minuto di più avrebbe potuto somigliare a una porta?”…. dunque è possibile che quando tu dici che io sono diversa a seconda dell’interlocutore, ciò dipenda dal fatto che alcuni interlocutori siano più disponibili di altri a vedermi “diversamente”, a “mettersi in discussione?”
Ovviamente resta possibile che io sia un MURO a tratti, a tratti una scala, un fiume, una porta.
Probabilmente è la cosa più verosimile. la cosa più “vera”.
Ma in fondo, allora, conveniamo sul fatto che non è troppo corretto definirmi nè solo come un muro, nè solo come una scala, nè solo come una porta, e dunque confermi quanto credo di aver già scritto qualche commento fa: Io CREDO (non, bada bene, SONO CERTA) di essere la stessa, e CREDO, che il modo in cui l’altro si interroga/non interroga su di me possa avere degli influssi sulla “definizione di me”.
Rimarco: non sono certezze. sono ipotesi, teorie su cui mi sembra di essere piuttosto disponibile a discutere, come mi sembra sia disponibile a discutere Tu.
La stessa disponibilità non mi pare di poter rintracciare altrove, però. Tutto qui.
Altrimenti credo che avrei avuto Più che piacere di comportarmi come faccio, e come, onestamente, credo mi rappresenti più fedelmente.
Ti invito, ma solo se ne hai voglia, a leggere un pò più degli scambi avvenuti tra me e il padrone di casa, e a valutare da te come, spesso, si sono terminati, chi abbia posto il muro meno franabile, tra i due.
Ciò detto rimanderei il dibattito a qualche altro tema, se sei d’accordo. 50 commenti a un post mi sembrano abbastanza, no?
“buone cose”.
@mabh, chiariamo: per “Luna” intendo cose del tipo sentirti dire cose smielate un minuto sì e l’altro pure, stare al telefono ore, fare menate perchè ti si dedichi/canti una canzone romantica, voler andare fuori a cena tutte le sere, esigere la totale disponibilità del partner 24/7 anche per il tuo più piccolo capriccio, pretendere che magari questo faccia cose che non può, non vuole o non si sente di fare per i più disparati motivi (sto parlando di cose normali, eh, non di quel che si fa a letto, giusto per essere precisi) e cose che ora non mi vengono in mente, ma che farebbero dire “Che rompicoglioni ‘sta qui!” anche ad un Santo.
Partendo da una situazione meno “estrema” di quella che ho inteso io, è logico che se vuoi un po’ di continuità nel rapporto di coppia e la controparte magari ti dice ad esempio che vuole uscire con te o farsi sentire solo quando gli va o ha tempo perchè prima ha altro da fare (nonostante il tempo libero lo dedichi ugualmente e totalmente a te, il che non è poco) o ti fa capire chiaramente che non sei tra le sue priorità, allora è giusto che la cosa non solo finisca, ma che non nasca nemmeno, per quanto possiate essere ottime persone entrambi. Lì ti do perfettamente ragione, perchè quello alla fin fine è il rapporto che puoi avere con un buono/ottimo amico e non con un potenziale partner.
Se però nonostante io ti porti fuori a cena una volta a settimana, ti faccia frequentemente gesti o pensierini carini, cerchi di dare continuità al rapporto, di coinvolgerti in quello che faccio, cerchi di metterti sempre come priorità principale et similia a te continua a non andar bene, allora veramente c’è da pensare che non ti serva un uomo, ma uno schiavo personale…
Concordo sulle “rinunce” da fare: un piccola parte di quel che si è si può sacrificare, se proprio serve, sacrificare tutto in nome di non si sa bene che cosa proprio no. Idem per quanto riguarda l’allargamento del proprio io verso l’io del partner, che deve essere ovviamente reciproco. Ma non è esattamente quel che ho detto nel commento precedente, quando ho scritto che si vive CON e non PER qualcuno? Il mio concetto era esattamente questo, quello di complementarietà reciproca.
Per il resto ne riparleremo più avanti (e concordo che 50 pot sono sufficienti), se ti andrà e se ti farà piacere
Detto ciò, volo via!
@elipicottero: senza nulla togliere alla spiacevolezza della tua situazione, credo che se avesse semplicemente voluto una colf avrebbe risparmiato parecchi soldi affittando una donna dell’est. Purtroppo tra di voi non ha funzionato, l’unica cosa che mi rallegra è che bene o male vi state comportanto tutti e due da persone corrette, specie verso la piccoletta.
@homodormiens: solidarietà maschile quanto vuoi, ma ciò che mi chiedi assomiglia molto al mio concetto di “tempo perso”
@anonimo (commento #22): se ti sei fatta la domanda e data le risposte, di cosa stiamo parlando?ù
Ma sono davvero l’unico che dava a mabh 20 anni o poco più? Si vede che talvolta il mio punto di vista è decisamente poco convenzionale
Ciao Signor Singleatrentanni,
avrei bisogno di scriverti un messaggio privato (niente sesso o soluzioni alla singletudine), ma confronto di opinione ed eventuale citazione di questo pezzo in un libro. Che ne dici?
Contattami!
Tullia, mi trovi a info@singleatrentanni.com, scrivimi quando vuoi
se dai il 120% ad una donna (e quindi ti inzerbinisci) verrai mollato al 100%. esperienza insegna. le donne dicono di voler il principe azzurro, quello sensibile, attento e premuroso, ma in realtà cercano solo lo stronzo, il leader, quello tutto figo che le tratti anche un pò a merda. questa è la terribile realtà. ne parlo per esperienza. quando ho smesso di dare tutto me stesso ad una donna ho ottenuto i migliori risultati, quando invece mi facevo in quattro per lei venivo puntualmente scaricato e accusato di non essere un tipo brillante, di non darle sicurezza e stronzate varie. ahimè è triste dirlo, ma essere stronzi paga
Credo che una donna con la D maiuscola non racconterebbe mai le cose passate con il suo ex al nuovo arrivato. Perchè ci siamo lasciati? Perchè non funzionava più e basta. Perchè ci eravamo innamorati? E’ passato ora sono qui, che ti importa di quello che è successo o non è successo; godiamoci il presente insieme e se tutto sarà ok, perchè no anche il futuro. Un conto è scrivere su un sito in forma anonima ciò che è successo o sta succedendo o parlarne con uno psicologo per sfogarsi, un conto è raccontare e sputtanare completamente la reputazione di qualcuno con la gente che lo e/o ci circonda. Questo è ciò che penso io…
Ah, altra cosa, credo che sia doveroso per ogni persona sulla faccia di questa terra dare sempre il 100%, altrimenti che orribile esistenza sarebbe? Che senso avrebbe?
non puoi dare sempre il 100%, non è umanamente possibile. E’ vita di coppia, richiede impegno, ma non è un lavoro. Anche sul lavoro ogni tanto vai in ferie
è possibile se ci tieni, ci credi e ti piace davvero quello che stai facendo
La tua frase mi mette terrore. “E’ possibile se ci tieni” implica, a rigor di logica, “non ci riesci quindi non ci tieni”. Attenta: ho paura per te, non per me. Io una donna che mi facesse un discorso del genere non la vorrei neanche in fotografia.
E’ una delle frasi con cui mi hanno scartavetrato i coglioni tutte le donne da quindici anni a questa parte. Uno strumento di controllo morale mica da ridere, solo che a 20 anni ti passa, a 30 o 35, quando ormai il Teorema della Maturità Differenziata ha fatto il suo corso, ti frutta delle pedate nel sedere con la rincorsa.
vedi anche qui si nota quanto un uomo e una donna possano essere diversi. Per quanto mi riguarda metto il 100% di me stessa in tutto ciò che faccio, perchè mi piace, perchè sono così… Certo a volte puoi arrivare ad averne pieni i maroni, ma insisti e persisti finchè ti riprendi. Anche ora ke la mia relazione ha raggiunto il limite sto cercando lo stesso di metterci tutta me stessa, se ne verrà qualcosa di buono ben venga, se non verrà vuol dire che ho solo perso tempo e forze, ma avrò una consapevolezza e un’esperienza in più.
E se succede il contrario? Mi verrà concesso un post “dal’altra parte della strada” prima o poi…
Il contrario non l’ho mai visto succedere, ma è possibile che sia il mio vissuto ad essere parziale. Conta che gran parte dei miei post sono un po’ bisex. O bipartisan, ma mi piace più bisex.
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