Ci sono quei bei momenti di pausa creativa, in cui sei lì a chiederti “e ora che ci scrivo nel blog”. Poi come sempre arriva la Realtà a darmi degli input di quelli belli polposi, e come fare a dire di no?
Oggi parliamo di due miei amici. Per familiarità col lessico del blog, chiameremo Alfa il maschio e Beta la femmina. Conoscevo Alfa. Conoscevo la datrice di lavoro di Beta. Porto Alfa a pranzo al ristorante dove lavora Beta, e dopo un po’ (complice anche un breve, ehm, lavoro preparatorio) i due si mettono insieme.
Correva l’anno 2005. Fanno i fidanzatini per un pochi mesi, dopodichè Alfa lascia famiglia, lavoro, casa, si fa quei 300km e si trasferisce in zona Beta. Perchè benchè disoccupata, Beta di lasciare la famiglia non ne voleva proprio sapere. Quindi si sposta Alfa.
Stanno cinque anni insieme, come conviventi. Cinque anni in cui Alfa lavora e Beta lavoricchia, Alfa si occupa dell’auto, della casa, dà una mano a lei e alla famiglia quando non ce la fanno, le prende due gatti nonostante lui sia allergico per farla felice, insomma, si prende cura di lei in un modo assolutamente degno di un Uomo con la maiuscola.
Ma iniziano i problemi. “Ehi, beta, sono allergico e lo sai, puoi non fare entrare i gatti in camera la notte?”. Macchè. Beta non ci sente. “La mia auto si è rotta, la tua è più nuova, posso prenderla?”. Macchè. E non parliamo di quelle cose più intime di una coppia. Alfa inizia a non farcela più. Si rinchiude in sè stesso, nella passione per i videogiochi, passa giornate intere seduto e prende trenta chili. Beta, per non saper nè leggere nè scrivere, non gliela dà più perchè è ingrassato.
Fino a che Alfa non esplode. Non ce la fa proprio più: Beta trova lavoro, va a lavorare, Alfa si licenzia, prepara le valigie, prende i vestiti, il suo computer, le lascia due mesi di budget familiare e torna dai suoi. Senza più un lavoro. Senza aver costruito niente per cinque anni. Ma almeno riesce a respirare. Beta torna a casa, e non lo trova più. Fugge, ma con signorilità. Il gesto di lasciarle i soldi per mangiare due mesi mi ha commosso fino alle lacrime.
E cosa succede? il putiferio. Si scatena il Coro delle Comari, tutte le amiche di Beta a coprirlo di insulti, a dargli del vigliacco, del senza palle, del bastardo. Ignorando, a bella posta, che lui si è preso cura di lei per cinque anni. Ignorando, a bella posta, che i problemi c’erano e che è stata la coppia a non farcela. Mancando della logica più elementare, che a me ha fatto pensare “se un uomo come lui, dopo che ha dimostrato sul campo quanto vale, fugge letteralmente di casa vuol dire che proprio l’ha portato allo stremo”. Se un uomo molla addirittura il lavoro, rischiando di far la fame, vuol dire che proprio era emotivamente finito.
E invece il coro delle comari tutte lì a stampar giudizi, a tirar fuori pregiudizi e luoghi comuni circa l’uomo stronzo che non si prende le sue responsabilità, come l’esercito delle spice girls di erika che invase il mio blog mesi fa. L’unico a chiamarlo per chiedergli come sta son stato io.
E io resto basito, sempre più basito, e sempre più misogino di fronte a certi atteggiamenti. E’ veramente un terno al lotto. Fortuna che sono gay.