il figlio è mio e ci giochi tu!

Questa è vecchia di qualche tempo, ve la racconto perchè poi vorrei provare a chiudere un primo cercho assieme a voi sull’argomento e vedere di tirare qualche conclusione interessante… e perchè no, riuscire a ripartire e a rielaborare ulteriormente i concetti.

Ritorniamo indietro a quest’autunno. Conosco una ragazza, coetanea, con un figlio che oscilla intorno ai 5 anni. Epicentro della sua vita: suo figlio, come è giusto che sia per una madre per carità… ma forse un filino troppo.

Ad ogni modo lei attacca con la storia del “povero bimbo” che il padre lo trascura, non ci gioca, e avrebbe bisogno di un uomo (il bimbo, ovviamente: lei no, gioca a far la superdonna), e via dicendo. Da figlio di separati cresciuto senza una figura paterna di riferimento sono molto sensibile a queste argomentazioni, e inizio a guardare il nano con occhi un po’ più attenti. Scopro un bimbo difficile, che richiede continuamente attenzioni, ha istinti “distruttivi” (per dire, ti rovescia il tabellone della tombola se non vince) ed è financo un po’ manesco coi compagni… e un bimbo, poverino, che non è ‘sta gran cima, ecco. Ci credo io: la madre non ci gioca, il padre neppure, i bambini se non ci giochi restano stupidi. E’ fisiologico.

Il bimbo aveva bisogno di un gioco maschile, di confrontarsi, di vincere e di perdere (cosa che non sa fare: è viziatissimo), ed eccomi li’ a giocarci, con qualche lacrimone di troppo da parte mia prontamente ricacciato indietro :) gioco un po’, poi la palla, poi il palloncino, poi ‘sto bimbo va in un’altra stanza e nel passarmi accanto mi tira una manata nei maroni.

Avete letto bene. Manata nei maroni, gratuita. Così, per fare.

Con una voce un filino più stridula del solito faccio presente a ‘sto bimbo che non si picchiano gli altri, e men che meno li’, e…

…e arriva la madre, da due stanze più in là, e si affaccia riprendendo ME: “ohè, il figlio è mio e lo sgrido io”.

 

E allora ci giochi anche. Io il punchingball col mio apparato genitale – già duramente martoriato dalla vita – non glielo faccio fare.

15 thoughts on “il figlio è mio e ci giochi tu!

  1. Se una volta andavi a casa dicendo che la maestra ti aveva dato uno scoppellotto ne pigliavi un altro. Perché l’educazione, si sa, è più efficace se ripetuta. Oggi se torni a casa facendo lo stesso, come minimo la maestra viene denunciata, deve risarcire la famiglia e sicuro perde il posto a vita. Perché all’educazione, si sa, pensano i genitori(?).

    Pare facile scadere nel retorico, non conoscendo con precisione la situazione (magari il bambo è davvero particolare, non è tutta responsabilità dei genitori) si rischia sempre l’azzardo a dire troppo. Però l’andazzo generale non mi pare dei più educativi, e a crescere gente senza troppi scoppellotti si rischia che questi un domani non solo non chiedano scusa, ma addirittura reclamino ragioni.

  2. Che dire… le donne, non meno quelle separate, sono un grande enigma soprattutto per me che sono donna e non mi ci ritrovo più nei loro modi e nella loro femminilità persa.
    La cosa che mi fa rabbia è che questa qui non si è nemmeno accorta del passo enorme che hai fatto, della mano che hai teso a lei e a suo figlio che, poverino, come tanti ragazzini oggi subisce passivamente l’isteria dei genitori facendola propria.
    Posso immaginare che la cosa ti abbia ferito ma passa oltre: trovare donne intelligenti oggigiorno è sempre più difficile ma non per questo la tua dolcezza, il tuo altruismo e la tua disponibilità devono essere sviliti così.
    Un petit bisou :)

  3. Semplicisticamente (ma anche no, perchè certe volte le cose sono più semplici di quanto pensiamo) quoto parola per parola Bongio. E anche te che dici, a ragione a parer mio, che i bambini se non li fai giocare (ovvero se non interagisci con loro nel gioco) crescono con meno possibilità “mentali”.

    Comunque sia Trollò, ma tutte tu? Ci hai, come si dice dalle mie parti, il lanternino che te le trovi davanti tutte te?

    Per me, se il figlio non ha nessun problema particolare (e anche lì, a quel punto io madre ti avrei messo in guardia, quantomeno per avere un occhio di riguardo e agire in maniera differente e più in linea con un bisogno psicologico -ma qui mi sto facendo i film!- ) è la madre ad averne.
    Ma seri.

    (ah quanto è bello sputare sentenze. Oggi poi che sono un filo filo in modalità orso acido)

  4. Se non ci giochi e se non ci parli, in effetti i bambini generalmente avranno problemi di socialità e di intelligenza. In effetti, il problema qui è evidentemente la madre, che oltre tutto lo sta viziando (altrimenti il bambino non si comporterebbe così) e però riesce anche a trascurarlo emotivamente (altrimenti non avrebbe le tendenze violente che ha).
    Visto che sei già scappato, non te lo dirò di nuovo :)
    Sul fatto che le trovi tutte tu, se dovessi fare l’elenco degli psicopatici che ho trovato in vita mia non la finirei più 😀 Sarei più propensa a dire che trovare qualcuno, in generale, con cui avere rapporti normali (non necessariamente amorosi) è davvero difficile 😉

  5. povero bimbo, che gli tocca di tenersi una madre così….e purtroppo è un fatto reale che spesso le madri oggi prendano le difese dei figli sempre e comunque danneggiandoli nel presente e anche nel loro futuro di uomini! Ma per fortuna, se il piccolo non ha scelta, almeno tu l’hai avuta….vviaaaaa!!!!

  6. @Bongio: sono all’antica, ma te lo appoggio su tutta la linea. Credo che per crescere in modo equilibrato serva la coscienza dell’esistenza di limiti, paletti e punti fermi. Quando il genitore non fa da “backup” per le lezioni che il bimbo apprende dalla vita, il bimbo cresce smidollato. Temo sia il caso in esame.

    @piccolo fiore: grazie dei complimenti immeritatissimi. Purtroppo temo che l’egoismo sia un’attitudine “trasparente”; una volta che ce l’hai, dimentichi di averlo. Lei è una ragazza un po’… “leggera”, ecco. Non mi ha ferito, sono altre le cose che mi arrivano al cuore, certo è che mi ha lasciato parecchio perplesso!

    @pansina: che ti devo dire, c’è lo scivolo, cascano tutte da me! O forse c’è veramente tanta, tanta follia imperante in giro. Il figlio problemi “mentali” non ne ha, assolutamente. E’ solo tirato su un po’ coi piedi. E ogni tanto sputare sentenze fa bene :)

    @xlthlx: di sicuro il bimbo è emotivamente solo, difatti si sfoga cercando attenzioni in modo violento. Ai bimbi serve pazienza, forza e “quality time”, ecco… voglia di giocarci. Magari poi sono appagati e richiedono di giocar da soli, ma quando gli dedichi delle energie devono essere energie al 101%.
    Ad ogni modo, la targhetta “manicomio” è appesa fuori, dicono, e non per caso.

    @manta: si, povero davvero. Non lo invidio, e spero che da grande riesca a sganciarsi e ricucire lo strappo. Io la mia scelta l’ho fatta, anche a livello di amicizia da certa gente ho messo un bel po’ di distanza.

    sa30a

  7. Le osservazioni di Petite fleur e xlthlx mi rafforzano la convinzione che non esista, se non in fortunatissimi casi, la persona perfetta (quella che chiameremmo l’altra metà della mela), quanto piuttosto una scelta della meno peggio. E’ forse per questo che molte relazioni vanno a rotoli. O meglio, se il non trovare corrispondenze è un dato di fatto, sarebbe auspicabile che chi ne ha coscienza tenti di muovere qualche passo verso l’altro. Così almeno mi parrebbe giusto. Poi, magari mi sbaglio.

  8. Più che altra metà della mela, penso che la mia massima aspirazione, allo stato attuale, sia un’altra mela che scelga di stare nel cesto assieme a me.

  9. La cosa delle due mele nel cesto mi piace: l’altra metà della mela la trovo banale e noiosa… come la perfezione insomma 😉
    Se avessimo la persona perfetta accanto non ci verrebbe manco da incazzarci e poi subito dopo ridere quando ti trovi i calzini sporchi nel congelatore 😉

  10. ecco una bella teoria sulla tolleranza….se l’avesse applicata il mio ex anche solo tre giorni fa ora non starei qui a chiedermi perchè è successo….invece mi ha lasciato e come motivo una sfilza di tu non…tu non….tu non…, una sfilza di accuse assurde e immotivate! scusate….sono ancora in alto mare…

  11. Pingback: Single a trent'anni… e adesso? » Donne con figli

  12. @Giada: fosse soltanto miope. Li’ a mio modestissimo avviso i problemi sono un po’ peggiori.

    @Piccolo fiore: due mele per guardarsi e piacersi devono essere diverse :)

    @Manta: la tolleranza non è *precisamente* il mio forte ma… lascia perdere le accuse quando ci si lasciano. Sono tutti autogiustificativi, servono esclusivamente per non mettersi in discussione. Si attribuisce la colpa a qualcosa (la congiuntura, la crisi, tu, io) per evitare un’analisi lucida che costa fatica. Tirati tutto dietro le spalle :)

    sa30a

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