…ricordate il “quando le cose le cerchi non capitano“, nevvero? Il problema è quando capitano sua sponte.
Scenario: palestra. Io a sudare copiosamente come un lama dietro a quei maledetti addominali laterali obliqui, arriva lei.
Ha più o meno la mia età, lavora in reception dopo che si è rotta le gonadi di fare carriera legale, una laurea più un altra in arrivo. Non bellissima ma decisamente gradevole, con quella voce un po’ “roca” che la rende ancora più carina. In più, sempre solare, sorridente, gentilissima. Sorvolo i convenevoli e…
“Si, guarda, sono andata a cena con un’amica in questa pizzeria in un paese vicino e sono stata benissimo. Dovresti andarci anche tu!”
“Ben volentieri, ma devi prestarmi l’amica: mi fa tristezza andare in pizzeria da solo!”
“Non posso prestartela, è la ragazza di mio fratello!”
(sonounacoppavuotasonounacoppavuotasonounacoppavuota!) “Beh, vieni tu allora, no?”
Mi preparo ad una rimbalzate epocale e invece…
“Ah, beh, perchè no, una pizzata insieme perchè no”.
Tutto bello, tutto carino, no? scena tenera, nevvero? quasi da film di Moccia. Se non fosse che il dialogo è avvenuto quando ero reperibile sul lavoro, ossia assolutamente impossibilitato a fare una serata fuori di casa, e sarei stato reperibile per tutta la settimana a partire dal… giorno del dialogo. Ergo, niente cena. E secondo voi la settimana dopo si è ricreata la stessa alchimia e la stessa spontaneità? manco per sogno.
Lezioni apprese:
- Le cose, quando le cerchi, non capitano. Ma quando capitano, tranquillo che tu non ci puoi essere.
- Reperibilità fa rima con Castità, e non è un caso
- Le occasioni vanno colte al volo. AL VOLO. Guai a me se mi rifaccio problemi per una cosa tutto sommato marginale come la mia professione.
Poi dice uno si deprime… chissà perchè!