Scenario: chiacchierata in chat, io e la pazza del giorno. Millesimo 1979, per la cronaca, quindi si spera in una ragazza giovane, tutto sommato aperta.
“Ma tu credi nel matrimonio?”
“Mah, guarda, da separato non mi sembra che il matrimonio sia così importante, l’amore tra due persone è al di là di una firma o di un rituale”
“ecco, lo sapevo io, voi trentenni tutti uguali, bamboccioni che non vogliono crescere, non vogliono assumersi un impegno, una responsabilità… perennemente attaccati alle gonne di mamma, ecco, e non vi volete sposare perchè avete paura di un impegno, di impegnarvi seriamente con una donna e… [NdSa30a: segue un pistolotto lungo, ma LUNGO, sui luoghi comuni dei trentenni]“
“ehm… ma hai letto di quel che ti ho scritto? cosa ti ho detto che sono io? se…? se…?”
“se… se… se che?”
“se-pa-ra-to! quindi di cosa stiamo parlando sulle responsabilità, il timore degli impegni o cosa altro?”
“ah, si, ehehehe [‘zzo ridi, NdSa30a, io se mi facessero notare l’incapacità mentale di leggere un capoverso contenente un pensiero diverso dal mio preconcetto mi correrei a suicidare)], ma comunque vale il fatto che sono tutti bamboccioni che vivono in casa e…”
“abito da solo. In una casa MIA, comprata col MIO lavoro.”
“…e poi sono perennemente attaccati alla mamma che…”
“SONO ORFANO. Di cosa stiamo parlando?”
“ehm… di nulla, ecco, nulla. Via, ora ti saluto che mi è venuta la depressione. Ciao!”
Non l’ho rivista. Mai più. Dico io, ma la gente cerca un bersaglio per i propri sfoghi di trentunenne sola, repressa e arrabbiata col mondo o cerca di conoscere le persone per quello che sono?