Ritorniamo su suoni e parole, con un post scritto d’urgenza, come tutte le cose che sgorgano veramente naturaliter e non possono aspettare.
Per chi non li conosce, i moonspell sono un gruppo heavy metal portoghese. Come tanti gruppi heavy metal in carriera hanno fatto buoni dischi metal, mediocri dischi metal, e il disco da cui traggo questo pezzo, “Sin/pecado”, che col metal ha poco o nulla a che fare, e che difatti è un capolavoro. Nel corso del disco il poeta-cantante Fernando Ribeiro analizza molti peccati, da punti di vista sempre distanti e originali, in modo mai scontato o banale. Un capolavoro di fusione di musica e testi, con un landscape sonoro che oscilla dal rock alla psichedelia, dal dark wave all’etnico arabo-lusitano.
Perchè un post d’urgenza, e perchè proprio ora? perchè meditando sulle parole di Giada e xlthlx che parlavano di “idealizzazione”, il testo di handmade god (che è sempre stato un testo bello, mi è piaciuto, ma mi vibrava in sottofondo, senza un perchè chiaro e delineato) mi è tornato alla mente. E dopo aver letto quelle parole, e aver vissuto quella circostanza, il testo si è schiuso nella sua completezza. Ho quel disco dal 1998, e ho capito quel testo nel 2010 grazie a una donna che non ho mai neanche visto negli occhi, dopo dodici anni. E guai al primo che si azzarda a pensare che sono un ragazzo intelligente.
HandMade god è un dialogo tra le due parti della stessa persona, che si ritrova a rendersi conto di averne idealizzata una terza (“la vipera che mi è cresciuta nella testa”) per aver creduto nel sogno di un Dio personale, un Dio fatto a mano, un Dio tutto per sè. Un’analisi in cui la metà emotiva chiede, IMPLORA perdono a quella razionale, tornando nel suo grembo gelido alla fine dei giochi e dei tempi, a disastro concluso, con l’innocenza e lo stupore infantile che caratterizza ogni amore degno del nome.